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Emergenza rifiuti, il sindaco di Otranto denuncia l’Ato Le/2

La scorsa settimana il sindaco di Otranto Luciano Cariddi ha sporto denuncia a causa dei disagi ambientali sofferti dal suo comune nel periodo estivo. Il presidente dell’Ato Le/2 Silvano Macculi replica: “Cariddi non conosce il sistema delle Ato”

 

Le vacanze estive sono ormai giunte al termine, ma lo stesso non si può dire delle polemiche e delle emergenze. È notizia della scorsa settimana, infatti, la denuncia presentata dal sindaco di Otranto Luciano Cariddi presso la locale stazione dei carabinieri contro l’Ato Le/2 e l’Ati Lombardi Ecologia s.n.c., la ditta che si occupa del servizio di raccolta differenziata e trasporto dei rifiuti solidi urbani.
Il sindaco Cariddi spiega le ragioni che lo hanno portato a questa decisione: “Mai Otranto, neanche nel periodo estivo, si è trovata alle prese con strade piene di rifiuti di ogni genere, spiagge e pinete sporche, giardini pubblici e aiuole cittadine ridotte quasi a sterpaglie secche. I problemi più gravi, ovviamente, riguardano in primo luogo gli aspetti igienico-sanitari: i numerosi turisti che ogni estate giungono a Otranto non possono vivere con fetori nauseabondi o con liquami che fuoriescono da contenitori di fortuna. La mia Amministrazione ha sempre monitorato i problemi ambientali del suo territorio e prontamente segnalati all’Ato Le/2, ma purtroppo non è stata trovata una soluzione, con l’amara delusione di aver aderito con molto entusiasmo all’attivazione della raccolta differenziata. A causa di questa situazione ho deciso di sporgere denuncia all’autorità giudiziaria per individuare le responsabilità di tale disservizio. Credo che in merito non siano da escludersi risvolti penali come l’interruzione di pubblico servizio e il mancato rispetto delle norme in materia di rifiuti solidi urbani. L’Ato Le/2 non è stata in grado di affrontare problemi complessi come quelli dell’igiene urbana di una città estesa come Otranto con numerosi villaggi turistici, alberghi e strutture ricettive. Quale vantaggio ha avuto Otranto aderendo per legge al sistema delle Ato, visti i disservizi e l’aumento dei costi dell’appalto? Come può l’Ato Le/2 affidare un appalto simile senza una preventiva verifica delle capacità gestionali-organizzative della ditta aggiudicataria, sprovvista dei mezzi necessari per una moderna ed efficace raccolta differenziata? Il nostro territorio, che ha lavorato tanto per diventare una delle località turistiche più apprezzate in Italia non merita queste ferite”.
Non si è fatta attendere la risposta di Silvano Macculi, presidente dell’Ato Le/2 e neoassessore provinciale: “I disservizi denunciati da Cariddi esistono, ma sono comuni anche in altre zone dell’Ato Le/3; il problema quindi è generale. Ad ogni modo la madre di tutti i problemi è la presenza in provincia di un solo impianto in funzione con discarica di servizio soccorso a Cavallino. L’assenza di altri impianti è dovuta al Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale Nichi Vendola che nel 2005 non ha firmato i contratti per la loro realizzazione, predisposti dal precedente commissario Raffaele Fitto, per creare discontinuità amministrativa. La firma è giunta con notevole ritardo e ciò non ha consentito che gli impianti entrassero in funzione, per poi chiudere le discariche. Ugento e Nardò hanno infatti chiuso le loro discariche senza avere gli impianti pronti. Le Ato invece hanno il merito di aver limitato i danni con la loro azione facendo da cuscinetto tra le Regione, colpevole di una disastrosa programmazione e dei ritardi nel realizzare gli impianti, e le ditte che hanno creato una serie di disservizi. Hanno lavorato giorno per giorno in ogni stagione estiva per monitorare i disagi giornalieri ed evitare il collasso totale del sistema. Cariddi non si rende conto di aver autodenunciato sé stesso e Otranto, perché l’Ato Le/2 non è un ente distaccato, ma è costituito dai 46 comuni membri e al suo interno ha un suo ufficio, un assemblea dei sindaci, un consiglio d’amministrazione e un organismo di controllo per l’esecuzione del contratto con un ufficio centrale e 46 sedi distaccate. Questo significa che spetta all’Ufficio Ambiente di Otranto il controllo del corretto funzionamento del servizio. Cariddi ha tutta la mia comprensione per i disagi che sta soffrendo il suo comune, ma una denuncia non è il modo migliore per risolvere i problemi ed è un segno della scarsa conoscenza della struttura dell’Ato e del ruolo che Otranto svolge al suo interno”.

 

Alessandro Chizzini