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“E’ una vergogna!”

Un coro unanime quello che arriva dai salentini che abbiamo incontrato e a cui abbiamo chiesto cosa pensassero di quanto sta avvenendo a Bari in viale Capruzzi 
 
L’opinione dei salentini è una sola. Per quanto si sia cercato di raccogliere pareri distanti tra cittadini di diversa estrazione sociale, età e professione, non ci si schioda da un solo concetto: i veri sacrifici devono partire dalla casta. Dai Consigli regionali -ormai considerati dei veri e propri Parlamenti- fino al Governo centrale, ritenuto la principale causa dello sfacelo italiano. “Devono andarsene al più presto o succederà qualcosa di grave!”, ci racconta Giulia, una casalinga 60enne all’uscita di un supermercato di Galatone. “I sacrifici non basta annunciarli in televisione. I consiglieri regionali che prendono questi vitalizi dovrebbero vergognarsi. Sono somme che un cittadino normale non vede nemmeno col binocolo dopo una vita intera! Invece a loro bastano pochi anni di poltrona!”: è il commento di Giuseppe, un operaio che abbiamo incontrato in un cantiere edile. Non facciamo in tempo a chiedergli l’età o se ha dei figli, che subito deve lasciarci. “Devo tornare a lavorare o rischio pure un rimprovero”, si giustifica. 
È un unico umore, quello che attraversa la provincia. Adele, dipendente di un call center, non usa mezzi termini: “Sa cosa penso? Che hanno sbagliato mira!”. La guardo in maniera interlocutoria, senza capire. “Nell’attentato a Roma -precisa- dovevano sparare ai politici, non ai carabinieri!”. Il suo commento, pericoloso quanto sincero, viene urlato a più voci nel Salento, tra i cittadini di destra, di centro, di sinistra e soprattutto tra chi ha ormai deciso di togliersi di dosso queste etichette. 
Dalle piazze reali si passa a quelle virtuali dei social network. Anche qui la rabbia è esplosa da un pezzo. Qualcuno chiede al governatore Vendola spiegazioni circa i vitalizi del “suo” Consiglio regionale e dei tanti tagli ai costi della politica annunciati alla stampa. Bruna invece “bussa” alla bacheca Facebook del governatore per scrivergli solo: “Nichi, qua bisogna fare qualcosa di serio!”. Sull’autobus ad invitare alla rivolta c’è persino un signore che di mestiere fa il poliziotto. Le uniche voci fuori dal coro sono quelle di alcuni studenti pendolari che incontriamo sul Lecce-Gallipoli. Sono all’ultimo anno delle superiori, ignorano la politica e ci parlano di facoltà universitarie da scegliere a breve, tra sogni e legittime aspirazioni. 
Chi invece studente non lo è più è Dario Falconieri, giovane avvocato salentino costretto ad emigrare a Milano. “È assurdo ed inconcepibile che la gente non arrivi a fine mese mentre la casta politica pugliese -sostiene Dario- continui a fare orecchie da mercante domandando l’anticipo del vitalizio. Temo che si debba arrivare ad una guerra civile prima che i politici comprendano la reale situazione economica di disagio che gli italiani quotidianamente si trovano ad affrontare. Alla Regione Puglia, nei mesi scorsi, ossia alla vigilia delle elezioni politiche, il presidente Nichi Vendola si vantava di aver bloccato i privilegi della politica e poi inspiegabilmente ha reintrodotto in questi giorni l’anzianità contributiva. Perché?”, conclude.
 
(S.M.)