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E sotto la piazza spuntò il “cimitero delle calze”

Lo smottamento di un muro perimetrale di piazza Don Tonino Bello ha riportato alla luce tonnellate di rifiuti speciali, ricoperti dal piano di calpestio dell’area a ridosso del mare
 

Tonnellate di calze, accatastate in un’enorme discarica sotterranea nella quale a due passi dal mare erano seppelliti anche brandelli di altri tessuti ed imballaggi di plastica, sono state ritrovate accidentalmente durante i lavori di scavo per la realizzazione di un muro di contenimento di piazza Don Tonino Bello nella marina di Torre Suda. La particolare “scoperta, ovviamente, ha richiamato i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce diretto dal capitano Nicola Candido, e quelli della stazione cittadina, i quali hanno sequestrato l’intera area, un grazioso parco attrezzato a verde che meglio qualifica il tratto di costa dirimpetto allo Ionio. Il sito si estende per circa 4mila metri quadrati, ed essendo a ridosso di una delle aree più caratterstiche della costa ionica, ovviamente è sottoposto a vincolo paesaggistico ambientale.
Per lo smottamento di un muro perimetrale della piazza in corso di rifacimento, dovuto alle incessanti piogge degli ultimi mesi che hanno provocato crepe nella muratura ed infiltrazioni d’acqua, l’incredibile campionario di rifiuti seppelliti sotto il piano di calpestio è spuntato fuori come un ‘fantasma’ nascosto nell’armadio, evidenziando come spesso in passato la tutela ed il rispetto dell’ambiente siano stati degli ‘optional’ in una cultura più generale di salvaguardia del territorio. L’epoca del sotterramento risale presumibilmente intorno agli anni ‘70, un periodo in cui in città operavano centinaia di calzifici che assorbivano la maggior parte della forza lavoro locale.
Da parte dei carabinieri del Noe e della stazione di Racale, anche con il supporto della Polizia municipale presso la quale due cittadini si erano rivolti per denunciare l’indesiderato ritrovamento, ora sono in corso le indagini per risalire a coloro che hanno provocato tale scempio. I reati contestati sono quelli di realizzazione di discarica abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale e deturpamento di bellezze naturali.

(D. G.)