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Demolita la storia cittadina

L’abbattimento di un intero edificio in pietra leccese ubicato in via Diaz ha fatto molto discutere in città. Al suo posto, denuncia il presidente La Rinascita del Salento, Oreste Caroppo, verrà realizzato “un avvilente condominio”

 

Arriva da Oreste Caroppo, presidente del Movimento per La Rinascita del Salento una forte denuncia su quanto accaduto in via Diaz nei giorni scorsi, con l’abbattimento di uno storico edificio in pietra leccese e la distruzione dell’agrumeto attiguo: “È un Natale da terremotati quello che si vive quest’anno nel rione del Sacro Cuore a Maglie, di fronte ai ruderi e alle macerie del bell’edificio in pietra leccese e del suo vasto agrumeto, selvaggiamente sradicato, ubicati nei pressi della Scuola Elementare ‘Giulio De Giuseppe’. La costruzione in gradevole stile lineare è stata semiabbattuta proprio alle porte del Natale, palesando così tutto l’incomprensibile accanimento nei confronti del nostro patrimonio architettonico e urbano, sacrificato per la costruzione dell’ennesimo avvilente condominio”.
Caroppo precisa che la contestazione non riguarda le ditte costruttrici “che ricevute le dovute autorizzazione comunali procedono nel loro naturale lavoro, ma le scelte amministrative di chi è chiamato ad armonizzare le vocazioni di singoli cittadini e imprese, con l’interesse collettivo, la tutela della nostra identità, l’eleganza e la bellezza urbana della città. Il vecchio edificio ed il suo prezioso polmone verde, rappresentato dal caratteristico grande agrumeto di notevole interesse etnoantropologico e culturale, oltre che ambientale, sorgevano ai confini del centro storico di Maglie, in un quartiere della zona B quasi interamente caratterizzato dalla presenza di edifici in pura pietra leccese”.
Caroppo sottolinea come l’edificio ricadesse, per la sua collocazione, nella fascia di rispetto del centro storico, zona A: “L’edificio andava tutelato per preservare il prezioso contesto urbanistico univoco circostante. L’autorizzazione concessa inoltre viola anche una delibera del 2002 del Consiglio comunale di Maglie, con la quale l’amministrazione si era preoccupata di tutelare proprio quella tipologia di abitazioni ricadenti in zona B, cui si deve ascrivere la costruzione oggi abbattuta”. Una delibera che sottolinea come Maglie abbia una importanza particolare in quanto ritenuto il più grande centro con edifici realizzati in pietra di Cursi. “Una caratteristica degna di nota -si legge nel documento- non solo per l’estensione della parte edificata con questa tipologia, ma anche per le linee degli stessi edifici con architettura gentile e lineare che impreziosiscono i palazzi e le singole costruzioni. A Maglie anche le zone B sono edificate in pietra leccese come le stesse case del centro storico. A volte con maggior pregio”. Proprio alla luce di questa delibera, si chiede Caroppo, non doveva la Soprintendenza preposta alla salvaguardia dei Beni Architettonici, “avviare le procedure di censimento, vincolo e tutela del patrimonio magliese delle abitazioni in pietra leccese del centro storico e della sua zona B, patrimonio riconosciuto nella delibera? Invece a nulla sono valse le tante telefonate, le mail, le raccomandate con dettagliati studi, con cui diversi cittadini hanno sollecitato quell’ente preposto, al fine di scongiurare questo schiaffo alla città, l’ennesimo al suo patrimonio architettonico in pietra leccese”.