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Dal Salento in Egitto per la promozione della cultura marinara

Sì è conclusa pochi giorni fa la missione dell’Associazione Magna Grecia Mare a Marsa Matrouh e Alessandria, finalizzata alla formazione e alla condivisione di esperienze 

 

Il Porto di Tricase torna ad essere crocevia di scambi per gli abitanti del bacino del Mediterraneo. Grazie all’associazione Magna Grecia Mare, guidata dal presidente Antonio Errico, si è appena conclusa una missione di nove giorni a Marsa Matrouh (Egitto), supportata dal Ciheam Bari all’interno del programma Nemo Project Egypt dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che dal 2007 punta a promuovere la stabilità delle comunità costiere del Mediterraneo quali presidi di sviluppo e di convivenza civile. 

L’esperienza in Egitto dei nostri conterranei ha avuto come scopo mettere in campo una serie di iniziative per valorizzare le risorse di Marsa Matrouh, al fine di farla diventare protagonista della propria crescita. L’esperienza formativa si è conclusa con la condivisione di un brillante programma, appena avviato dal Ciheam Bari con il contributo dell’Aics, che vede la creazione di un vero e proprio “porto virtuale” (Webport), un approdo utile ai Paesi mediterranei coinvolti nel programma Nemo per condividere identità, dialogare su problematiche e condividere successi. 

“È stata una bellissima esperienza di formazione e ricerca -fanno sapere da Magna Grecia Mare-, soprattutto sotto il profilo delle relazioni umane. A conclusione di questa missione abbiamo avuto l’onore di essere invitati dall’Arab Academy for Science, Technology & Maritime Transport, di Alessandria d’Egitto, una delle accademie più blasonate al mondo dedicate alla formazione marinara e non solo”. 

Nel mese di maggio una delegazione di colleghi egiziani farà visita a Tricase Porto per un percorso di formazione indispensabile a sostenere la rotta di crescita intrapresa insieme. In quell’occasione ci sarà il debutto, alla presenza di tutti i rappresentanti dei Paesi coinvolti, del Webport del Mediterraneo. 

 

M. Maddalena Bitonti