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Dagli ambientalisti un “no” categorico alla cementificazione di Porto Miggiano

Legambiente che Italia Nostra esprimono all’unisono un giudizio fortemente negativo rispetto al progetto del complesso turistico: “Si colpisce uno dei siti più caratteristici del Salento”
 
Devastazione, violenza al patrimonio paesaggistico, rischio di un’ennesima speculazione: non usano mezzi termini gli ambientalisti salentini per definire lo scenario apertosi a Porto Miggiano, dopo la doppia sentenza del Tar di Lecce, che il 5 aprile scorso ha di fatto sbloccato un complesso turistico ricettivo su di una superficie di circa 15 ettari, a ridosso della litoranea. Risulta, infatti, molto indigesto il progetto che prevede nello specifico la realizzazione di 536 unità abitative variabili (da 28 a 60 mq), che si svilupperanno su 66 “formelle” la cui disposizione dovrebbe ricreare, in base all’orografia del terreno, la trama urbana dei centri storici dei paesi arroccati sulle serre salentine, composta da stradine, case a corte e collegamenti aerei tra le stesse. 
Giorgio Miggiano, referente di Legambiente Otranto, dichiara: “Non approviamo questo modo di fare, perché riscontriamo un’incoerenza di fondo che ci lascia basiti: si caldeggia il turismo sostenibile, ma nel concreto, invece, si appoggiano scelte che vanno in tutt’altra direzione. Si va ad intaccare ancora una volta uno dei posti più belli del Salento”. L’ambientalista enuncia un interrogativo provocatorio: “La realizzazione di questo complesso prevedrà anche la costruzione di un depuratore o tutti gli scarichi finiranno direttamente in mare?”. 
Sulla stessa lunghezza d’onda si pone Marcello Seclì, responsabile di Italia Nostra – sezione Sud Salento, che boccia categoricamente il progetto e le presunte ‘esigenze turistiche’ che lo motiverebbero: “Se si vuole far crescere l’economia turistica -precisa Seclì-, andrebbero implementate semmai le strutture che già esistono: qual è il senso di queste nuove strutture, se non quello di favorire una concorrenza rispetto a quelle esistenti? Il guaio è che si finisce col danneggiare il territorio e a sollevare volumetrie in un’area d’interesse paesaggistico”. 
Seclì sottolinea il valore emblematico di Porto Miggiano: “Il Parco costiero non può essere vanificato da uno strumento urbanistico datato, che risponde peraltro ad esigenze diverse da quelle odierne”. Il riferimento indiretto è al Piano di lottizzazione convenzionato del Comparto 13 (l’area interessata dall’intervento), che aveva mosso i primi passi nel lontano 1982: “Bisogna prendere coscienza -aggiunge Seclì- che il nostro patrimonio e la ricchezza del Salento sta proprio nelle bellezze naturali e che se si vanno disperdendo, si rischia di perdere l’utenza”. Un appello viene rivolto anche al sindaco di Santa Cesarea Terme, Daniele Cretì: “Non può limitarsi ad un ruolo da notaio”. L’ambientalista assicura che in ogni modo e con ogni mezzo a propria disposizione, Italia Nostra farà la sua parte per opporsi al progetto in questione. 
 
Mauro Bortone