La rendicontazione della Csa e del Comune, sul reciproco dare e avere, ha fatto emergere due posizioni contrastanti e sarà un tecnico esterno a dire l’ultima parola
Problemi di non poco conto fra il Comune di Galatina e il Centro Salento Ambiente, società mista pubblico-privato costituita ad hoc, nel lontano febbraio 2000, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani. A seguito delle verifiche contabili richieste dal commissario straordinario, Matilde Pirrera, la Csa vanta crediti milionari che per il Comune non trovano riscontro in nessun atto della pubblica amministrazione. A questo punto, per dirimere la questione, la Pirrera ha deciso di far nominare un consulente esterno, esperto in materia giuridico-commerciale, delegando l’attivazione della procedura al dirigente del Settore Economico-Finanziario, Lucio Cafaro. Il consulente dovrà definire i rapporti di dare/avere tra Comune e società mista; fornire assistenza legale per tutto quanto è necessario compiere ai fini dello scioglimento, e della successiva liquidazione, della Csa la cui scadenza naturale è fissata al prossimo 31 dicembre; fornire assistenza al Comune per la composizione bonaria e transattiva di eventuali liti. Il tutto per un compenso che il commissario straordinario ha quantificato in 8mila euro nette.
A questa conclusione la Pirrera è giunta dopo che sul suo tavolo sono pervenute le relazioni del presidente della Csa, Domenico Palmieri, e dei dirigenti Lucio Cafaro e Giovanni Stasi, quest’ultimo del settore Lavori Pubblici.
In sintesi la Csa ritiene di vantare nei confronti del Comune un credito, quantificato al 31 dicembre dello scorso anno, pari a euro 2.246.842,15 di cui circa 400mila euro sono relative a somme dovute per i piani integrativi degli anni 2007, 2008 e 2009. La società mista riconosce una posizione debitoria, relativa sempre al 31 dicembre dello scorso anno, nei confronti del Comune di Galatina, di euro 3.099.325,69. Il dirigente Cafaro, dal suo canto, relazionando al commissario straordinario ha precisato che “la medesima società, inopinatamente e irritualmente, ritiene di vantare nei confronti di questo Comune una consistente ragione creditoria che, tuttavia, non trova né titolo in atti amministrativi presupposti (deliberazioni di Consiglio e/o di giunta e/o atti determinativi), né correlativo riscontro finanziario (assunzioni di impegni di spesa), e che ha ad oggetto somme relative a Tia riferite agli anni 2003/2009, non riscosse dalla Csa eche vengono immotivatamente poste a carico del Comune”.
Dulcis in fundo il Comune, secondo la ricostruzione contabile fatta dai dirigenti, vanta un credito nei confronti della Csa di poco meno di 200mila euro e ora sarà il consulente esterno a dire l’ultima parola.
Maddalena Mongiò