Politici e ambientalisti uniti in difesa di Portoselvaggio che rischia di essere preso d’assalto dalle multinazionali del petrolio
Qualche mese fa il problema riguardava “solo” Gallipoli. Ora invece la questione coinvolge almeno altre dodici realtà costiere salentine, da Salve a Porto Cesareo, da Taviano a Patù. Tra queste vi è Nardò, che conta oltre venti chilometri di litorale. Stiamo parlando ovviamente delle trivellazioni in mare che le multinazionali del petrolio (l’ultima, in ordine di tempo, è la Shell Italia) vorrebbero effettuare nel mare salentino alla ricerca, appunto, di petrolio. Si tratta di ricerche che metterebbero a rischio i fondali sottomarini, compromettendo in maniera irreparabile flora e fauna. La notizia ha presto fatto il giro del Salento.
E Nardò è già sul piede di guerra. Dopo il secco “no” alle trivellazioni nel mare neretino di Graziano De Tuglie, esponente dell’associazione “Fare Verde”, adesso la Consulta per l’ambiente (presieduta dallo stesso De Tuglie) sta predisponendo delle osservazioni per esprimere il proprio dissenso al progetto. Intanto sull’argomento si registra l’intervento dell’ex assessore all’ambiente Mino Natalizio, che ha dichiarato: “Questo ulteriore attacco al nostro ambiente (che sta confermandosi essere anche la nostra principale risorsa), deve però rappresentare l’occasione per far riflettere quanti sono contrari, per futili e campanilistici motivi, all’ampliamento dell’Area Marina Protetta”.
Il riferimento è all’allargamento del Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano fino all’area Marina Protetta di Porto Cesareo, una vecchia battaglia di Natalizio, osteggiata dai cesarini. Intanto Natalizio auspica che il Sindaco Risi al più presto convochi un consiglio comunale monotematico per affrontare l’argomento “rischio trivellazioni”. Stesso auspicio per il consigliere provinciale Giovanni Siciliano, anch’egli contrario ad ogni forma di “sondaggio esplorativo” nel mare neretino. Siciliano propone anche una manifestazione di piazza. Negli ultimi giorni si sono aggiunti anche i pareri contrari del presidente della Commissione Ambiente Salvatore Antonazzo e dell’Assessore all’Ambiente Flavio Maglio. Con queste premesse di coesione e contrarietà unanime, non sarà facile per le multinazionali del petrolio “esplorare” il mare neretino.
Stefano Manca