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Continua la saga del “Santa Caterina Novella”

Audizione dinanzi alla Commissione disciplinare per il direttore sanitario Giuseppe De Maria. Intanto si compattano in città i fronti dei sostenitori e degli oppositori 
 
La notizia della cocaina in ospedale tiene banco ancora di più adesso che la Asl di Lecce, con le sue indagini presso l’ospedale “Santa Caterina Novella”, avrebbe escluso la presenza di stupefacenti nel nosocomio. L’attenzione è amplificata dall’audizione del direttore sanitario, Giuseppe De Maria, attualmente sospeso dal servizio, dinanzi alla Commissione disciplinare che dovrà valutare come si deve chiudere questo increscioso episodio. Tutto ha avuto inizio con l’ormai famosa nota con cui invitava i dipendenti a non fare uso di cocaina in orario di lavoro a cui è seguita la sospensione immediata decisa dal direttore generale della Asl, Guido Scoditti. 
Gli schieramenti, pro o contro il direttore sanitario, si sono compattati subito. Chi “tifa” per lui inneggia al suo coraggio, chi prende le distanze lo bacchetta per aver gettato fango, in modo indiscriminato, su tutti. Per i galatinesi il cognome De Maria non è uno tra i tanti in elenco telefonico, ma legato alla figura dell’indimenticato Beniamino De Maria di cui il direttore sanitario del “Santa Caterina Novella” è nipote diretto. Ma lo stesso direttore generale Guido Scoditti, ha preso le distanze dall’azione di De Maria che ha agito senza neppure consultarsi con i massimi dirigenti della Asl. Certo, la questione non si ferma alla decisione della Commissione disciplinare perché pende il giudizio al Tar (l’udienza è fissata per il 17 gennaio) che deve pronunciarsi sulla sospensione dal servizio di De Maria. 
Di “errore marchiano” del direttore sanitario del “Santa Caterina Novella” parla il consigliere regionale e presidente del movimento Moderati e popolari, Antonio Buccoliero, ma unicamente per la modalità utilizzata e non per il suo contenuto. Infatti, il consigliere regionale sottolinea che “sarebbe stato opportuno non affidare a una circolare generica una denuncia così grave, ma resta in piedi l’aver sollevato un problema su cui è necessario fare piena chiarezza”. Insomma, i contorni non sono ancora chiari perché non ci sono documenti ufficiali della Asl sugli accertamenti compiuti all’interno dell’ospedale e permangono quindi i dubbi di quanti si sono allarmati dinanzi a una così grave denuncia”. 
 
Maddalena Mongiò