Tiene banco in città il progetto dell’impianto per lo lo scarico dei reflui fognari nel mare di Torre Inserraglio. Intanto a Nardò arriva il gruppo ambientalista “Basta Merda in Mare”
Quella della condotta sottomarina è una vicenda che va avanti da molto tempo, con uno strascico infinito di polemiche. In particolare alla fine di gennaio di quest’anno il Consiglio comunale di Palazzo Personè ha approvato la ratifica del protocollo d’intesa (con un progetto modificato rispetto a quello originario) sottoscritto nel settembre dello scorso anno, tra Regione Puglia, Comune di Nardò, Acquedotto Pugliese e Autorità Idrica Pugliese, provvedimento contro il quale Pippi Mellone, numero uno del gruppo Andare Oltre e candidato sindaco alle prossime amministrative, ha già preannunciato l’impugnazione della delibera dinnanzi al Tar ritenendola del tutto lesiva della volontà popolare, anche a fronte di una raccolta di 3.500 firme per un referendum popolare con cui esprimere il dissenso nei riguardi del progetto.
Il sindaco Marcello Risi dal canto suo apre al confronto, concordando con quanto dichiarato dal consigliere regionale grillino, Cristian Casili, sugli scarichi di acque reflue urbane e industriali sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, vietato dalla legge nazionale (seppur con qualche eccezione).
Intanto a Nardò sbarca “Basta Merda in Mare – Salento Uno”, il gruppo ambientalista nato a Rimini nel 2000 con l’obiettivo di salvaguardare il mare dagli scarichi, con evidente riferimento alla condotta sottomarina di Torre Inserraglio, promuovendo al tempo stesso la bonifica del canale Asso. Ed è proprio lo scarico, nel tratto di mare a margine dell’area protetta “Parco Marino di Porto Cesareo”, dei reflui provenienti dai depuratori di Nardò e Porto Cesareo ad essere nel mirino degli ambientalisti, che puntano il dito contro “un progetto antiquato, in più causa di conflitti tra due realtà come Porto Cesareo e Nardò che sono complementari e concorrenti nel settore trainante del turismo. A Rimini -fa sapere Agostino Indennitate-, dove l’associazione è attiva da tempo, l’azienda gestore eliminerà totalmente lo scarico a mare entro il 2020 e nel Veneto l’impianto di Servola spegnerà gradualmente la condotta di scarico solo per non creare scompensi alla flora e alla fauna marina. Inoltre nel territorio di Nardò appare inadeguata l’attenzione per il canale Asso, che versa oggi in condizioni critiche, soffocato da scarichi fognari di 29 comuni”.