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“Candidato, lei è pro o contro la Tap?”

Questa è la domanda che i leccesi hanno posto agli aspiranti sindaci all’indomani della manifestazione No Tap di domenica scorsa. E chi non aveva preso posizione prima non ha tardato a farlo

 

La manifestazione No Tap di domenica scorsa in piazza Sant’Oronzo, oltre alla straordinaria partecipazione di pubblico, ha conseguito due importanti obiettivi: coinvolgere gli abitanti del capoluogo, troppo presi da una campagna elettorale che catalizza l’attenzione sui problemi della città, in una questione importante che riguarda l’intero Salento, ma soprattutto, obbligare i candidati alle amministrative ad una presa di posizione sulla vicenda, soprattutto dopo la notizia dell’adesione di Paolo Perrone alla coalizione dei quasi cento sindaci schiarati conto la Tap. 

Così i candidati sindaci che non lo avevano ancora fatto si sono affrettati a esprimere il suo pensiero attraverso le proprie pagine Facebook. È il caso di Mauro Giliberti, candidato del centrodestra, il quale punta il dito sulle responsabilità politiche della Regione Puglia: “La TAP a San Foca ha nomi e cognomi: Nichi Vendola e Michele Emiliano. L’uno ne ha autorizzato l’approdo sul litorale di Melendugno, l’altro non ha fatto nulla per rimediare. Deve chiedere alla sua stessa parte politica di far spostare l’approdo in un’altra zona”. 

Carlo Salvemini, espressione del centrosinistra, ha scritto: “Dal palco s’è chiesto ai candidati sindaco di fare conoscere la propria posizione. Ribadisco una valutazione negativa sul progetto: è dal 2013 che prendo pubblicamente parola sul tema”. 

Fabio Valente, candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, ne approfitta per togliersi più di un sassolino dalla scarpa: “Ben vengano tutte le prese di posizione contro quest’opera assurda, ma che non si usasse strumentalmente questa battaglia per racimolare qualche voto in più per la città di Lecce, una battaglia politica che non nasce oggi e che ha visto sempre il Movimento 5 Stelle in prima fila contro il gasdotto”. 

Alessandro Delli Noci, sostenuto dall’Udc, rompe il silenzio: “Ho paura che, in un territorio già martoriato dai fumi di Cerano, dell’Ilva, da chilometri di discariche, anche il gasdotto Tap sia troppo. E troppi sono i dubbi su un progetto che avrebbe dovuto o potuto realizzarsi altrove o non realizzarsi affatto”. 

Chiara la posizione di Luca Ruberti di “Lecce Bene Comune”: “Ieri, oggi e domani sempre contro il gasdotto Tap”. Come anche quella di Matteo Centonze, candidato di CasaPound: “Un corteo funebre nel quale sfilano i feretri con i nostri ulivi, sacrificati sull’altare degli interessi delle multinazionali. Interessi difesi dai governi tecnici che si sono alternati in questi anni, interessi che portano le forze dell’ordine a caricare non solo i manifestanti ma anche i rappresentanti delle istituzioni”.