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Buco di bilancio alla Provincia, Ria querela Gabellone e Macculi

Di chi è la colpa del disavanzo in Provincia? L’ex presidente Lorenzo Ria, dopo settimane di discussioni, ha deciso di querelare gli attuali vertici di Palazzo dei Celestini 
 
Lorenzo Ria (nella foto) non ci sta. Per il “buco” della Provincia non si sente responsabile, per questo ha deciso di dare mandato ai suoi legali di sporgere querela nei confronti del Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, e dell’Assessore al Bilancio, Silvano Macculi, “data l’incessante campagna di stampa denigratoria da loro posta in essere nei miei confronti”. Una decisione arrivata dopo “lunghe e travagliate riflessioni. Macculi e Gabellone hanno più volte, nel corso degli ultimi mesi, screditato il mio lavoro svolto alla guida della Provincia dal 1995 al 2004, senza alcun rispetto per l’impegno profuso in quegli anni, che hanno rappresentato un periodo di floridezza, slancio e sviluppo del Salento, oltre che di comprovata regolarità nella gestione delle casse dell’ente”. 
Ria ricostruisce la vicenda la cui origine fa data già dal primo insediamento: “Da subito Gabellone e Macculi hanno attribuito più o meno velatamente talune difficoltà finanziarie della Provincia alla responsabilità delle precedenti amministrazioni, gridando al ‘dissesto’ con toni allarmistici e dispregiativi. Da quando è emersa la vicenda del famigerato ‘buco’ di 7 milioni di euro nel bilancio, poi, la campagna diffamatoria nei miei confronti ha raggiunto il suo apice: sono stato accusato per mesi di aver commesso fatti molto gravi, fatti penalmente rilevanti, quali l’aver consapevolmente approvato bilanci falsi e utilizzato somme di spettanza pubblica per fini personali. Proprio io che ho fatto dell’onestà, della trasparenza e della legalità il mio modo di essere in politica”. 
Per Ria si è trattato di un’opera di progressiva demolizione di tutto ciò che di buono è stato fatto per il Salento: “Non si possono subire passivamente pesanti attacchi basati su affermazioni calunniose e non veritiere, che certamente hanno travalicato i limiti del diritto di critica politica. E non è facile, a maggior ragione, quando certe accuse arrivano da persone che avevo ritenuto tanto corrette e adeguate al ruolo che oggi ricoprono da sostenerle direttamente e apertamente nella campagna elettorale del 2009. Da persona onesta e da uomo delle istituzioni, quale ho dato dimostrazione di essere, non posso tollerare ombre di sospetto sul mio operato”. 
L’ex presidente sottolinea come, negli ultimi mesi, i titoli dei giornali non abbiano fatto altro che sollecitare la Procura affinché indagasse su quanto fatto negli anni alla presidenza della Provincia: “Ebbene, sono io stesso a rivolgermi davvero ai giudici, perché facciano luce sulla vicenda e ristabiliscano la verità, restituendo, per quanto possibile, onorabilità all’uomo che sono e agli anni in cui, da Presidente della Provincia di Lecce, ho investito le mie migliori energie per il bene di questo territorio”.
 
 
L’assessore provinciale al Bilancio, Silvano Macculi: “La gestione non troppo oculata dei conti da parte delle amministrazioni precedenti ha causato il deficit riscontrato nei mesi scorsi” 
 
Sui 7 milioni mancanti dal bilancio provinciale, l’assessore Silvano Macculi (nella foto), era stato categorico: “Nel periodo in cui si è generato il deficit, l’amministrazione era guidata da Ria, l’assessore al Bilancio era Pendinelli e i dirigenti responsabili erano Petrelli (nel 2001) e Bisconti (l’anno successivo). È stato il centrosinistra a consegnarci una Provincia colma di disavanzi e buchi di bilancio e il recente scoperto di 7 milioni ha aggravato una situazione già di per sé critica. D’altronde, in 15 anni di governo hanno speso tutte le risorse della Provincia, hanno creato mutui per 180 milioni di euro e adesso si scopre che hanno addirittura speso del denaro che in realtà non avevamo”. 
In una conferenza stampa a ridosso di Ferragosto in cui erano presenti anche i quattro capigruppo della maggioranza, Macculi non solo aveva spiegato l’origine del famoso “buco” ma aveva aggiunto qualcosa in più: “Il dirigente provinciale delle risorse finanziarie, Pantaleo Isceri, ha spiegato in commissione i vari passaggi che hanno portato alla luce questo buco di 7 milioni generatosi nell’anno 2001/2002. Tutti i documenti in nostro possesso e le analisi svolte dimostrano in modo evidente che in quel periodo l’amministrazione provinciale ha iscritto in bilancio non 7 milioni, previsti anche dal Ministero dell’Interno, bensì il doppio, in quanto la stessa cifra è stata inserita sia nel bilancio del 2001 che in quello del 2002. Si tratta di milioni stati spesi in gran parte, per 3 milioni e mezzo di euro, tra il 2003 e il 2004, nel periodo che precedette l’avvicendamento a Palazzo dei Celestini tra Lorenzo Ria e Giovanni Pellegrino, avvenuto nel giugno del 2004”. 
L’ex sindaco di Botrugno ha poi rincarato la dose spiegando l’evoluzione del debito a partire dal 1995: “In quell’anno il centrosinistra, con la prima amministrazione Ria, ha trovato un indebitamento per mutui e buoni ordinari di 22,5 milioni. Nel 2009, al termine dei cinque anni di Giovanni Pellegrino, la cifra era salita circa 176 milioni. Un percorso di crescita costante che ha registrato il massimo deficit nel 2008, con 181 milioni. Le amministrazioni che si sono succedute non hanno fatto altro che rinegoziare i mutui e i Bop spalmando il debito per altri 20 anni”.
Il problema però, per Macculi, è stata la gestione finanziaria non certamente virtuosa: “Ci sono stati contributi discrezionali, elargiti a pioggia ad associazioni e parrocchie, nonostante fosse chiara la situazione non certo prosperosa. All’atto dell’insediamento di Lorenzo Ria, la Provincia poteva vantare un avanzo di amministrazione di 39 milioni di euro: l’importo è andato successivamente riducendosi fino ad arrivare a quota 8 milioni, fino al 2001, anno dopo il quale inizia una doppia contabilità, quella ufficiale, che i funzionari dell’ente hanno ricavato dai dati del Ministero dell’Interno nel quale era registrato erroneamente il doppio credito di 7 milioni iscritto nei registri sia nel novembre del 2001 che nel dicembre dell’anno successivo, e quella effettiva, in base alla quale la Provincia sarebbe in debito già dal 2006”.