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Botta e risposta tra Salvemini e Monosi sugli avvisi Ici

L’ex consigliere comunale sostiene che gli avvisi Ici inviati ai cittadini sono illegittimi. Pronta la replica dell’assessore al Bilancio: “Salvemini istiga all’evasione fiscale”
 
Quella sull’Ici nel Comune di Lecce è una denuncia che rischia di creare non poche gatte da pelare per l’Amministrazione. Se l’ex consigliere comunale Carlo Salvemini dovesse avere ragione, il fascicolo trasmesso alla Corte dei Conti e al Collegio dei Revisori dell’ente, subito dopo averlo illustrato alla stampa, potrebbe trasformarsi in un nuovo caso, anche piuttosto scottante. Intanto, però, a prendere sul serio le parole di Salvemini è stato l’assessore al bilancio del Comune di Lecce, Attilio Monosi, che non ha escluso una querela nei confronti dell’esponente politico di centro sinistra, per “istigazione all’evasione fiscale”. 
A prescindere dalla formulazione ardita del presunto reato, il teorema Salvemini è piuttosto semplice: il Comune di Lecce starebbe infatti inviando da mesi e mesi avvisi Ici del tutto illegittimi, perché frutto degli accertamenti catastali sugli immobili condotti dalla Soget, società che secondo la legge (a detta di Salvemini) non avrebbe la competenza per svolgerli. Quella competenza è, infatti, esclusiva dell’Agenzia del Territorio, con cui il Comune di Lecce ha recentemente firmato un protocollo d’intesa per la creazione di una banca dati unica sugli immobili che renda nel contempo la vita difficile agli evasori. Il problema delle competenze è solo il primo, Salvemini punta poi il dito sui tempi e rilancia la denuncia dell’Aduc su una serie di avvisi Ici arrivati ai cittadini, pur essendo riferiti ad annualità precedenti al 2005 e quindi già in prescrizione. Per questo, l’ex consigliere comunale consiglia all’Amministrazione di ritirare immediatamente gli avvisi, evitando così che i cittadini li impugnino, come per altro l’associazione dei consumatori già invita a fare.  
Va da sé che se la riscossione Ici dovesse risultare illegittima, la bufera scuoterebbe l’intera architettura finanziaria di Palazzo Carafa che poggia in buona parte il suo bilancio proprio sul recupero dell’evasione. Insomma, dopo la mazzata del consuntivo, con cui il Comune di Lecce ha dovuto prendere atto che quasi 11 milioni previsti in bilancio mancavano all’appello, ora Salvemini si dice convinto che la Giunta di Paolo Perrone potrebbe dover rimettere mano alla calcolatrice, con conseguenze allarmanti. Sempre a Lecce poi, gli uffici non avrebbero pubblicizzato sufficientemente la norma prevista nella cosiddetta “Finanziaria d’Estate”, in cui è prevista una sorta di sanatoria per gli immobili rurali e per i lavori mai dichiarati. Entro la fine del 2010, chiunque ne possegga uno potrà recarsi al Catasto per l’autodenuncia, iniziando a pagare solo da quel momento gli oneri fiscali. “Peccato, però, che anche in questo caso gli avvisi di accertamento Ici fossero già partiti, senza che il Comune -conclude Salvemini- informasse i cittadini sulle possibilità della sanatoria”. 
“Siamo obbligati a verificare giuridicamente se la presa di posizione di Salvemini, che rischia di nuocere pesantemente alle tasche dei leccesi, non danneggi anche il Comune e quindi imponga un risarcimento da parte sua”. Non è tenera la replica dell’assessore comunale al bilancio Monosi. “L’appello di Salvemini a non pagare il dovuto è sconcertante dal punto di vista politico e morale” dice l’assessore che, sui ritardi degli avvisi denunciati anche dall’Aduc, aggiunge: “Sono la formalizzazione degli avvisi di accertamento lavorati e notificati ai contribuenti nel 2009, la maggior parte dei quali definiti bonariamente con gli stessi, quindi tutt’altro che prescritti”. 
 
Alessandra Lupo