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Allarme rosso fuoco

Il fenomeno dell’aumento degli incendi boschivi ha spinto la Prefettura di Lecce a istituire un tavolo permanente di coordinamento. Punto di forza la campagna di comunicazione, in avvio nel 2012, denominata “Insieme per l’ambiente”
 
Gli incendi della superficie boschiva in provincia di Lecce hanno raggiunto numeri preoccupanti. È questo il dato emerso dall’incontro voluto dal neoprefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, che si è svolto nei giorni scorsi e che ha dato il via ufficiale al tavolo operativo nell’ambito della Conferenza Provinciale Permanente. 
Dal 1° gennaio 2011 al 25 settembre sono divampati nella provincia di Lecce 115 incendi boschivi, per una superficie boscata di 380 ettari circa, un incremento notevole rispetto ai 75 incendi del 2010 che hanno riguardato circa 140 ettari di superficie boscata. “La tutela dell’ambiente e dell’incolumità della popolazione -ha spiegato il prefetto- rappresentano priorità da affrontare per tempo attraverso iniziative di prevenzione e una politica di gestione del territorio in sinergia tra pubblico e privato”. La lotta agli incendi boschivi sarà quindi uno degli obiettivi strategici per ampliare il campo d’azione del sistema di protezione civile, coinvolgendo non solo le istituzioni, ma anche gli ordini professionali e le associazioni di categoria degli agricoltori e degli allevatori. 
L’istituzione del tavolo operativo nell’ambito della Conferenza Provinciale Permanente potenzierà le azioni messe in campo da Regione, Provincia e Amministrazioni comunali, con iniziative di informazione e sensibilizzazione rivolte agli studenti, agli enti locali, alla collettività salentina in una campagna che si svolgerà per tutto il 2012 e denominata “Insieme per l’Ambiente”. Il tavolo promuoverà adempimenti di legge quali l’istituzione e l’aggiornamento del Catasto delle aree percorse dal fuoco al fine dell’applicazione dei vincoli previsti dalla legge n. 353/2000, il rispetto degli indirizzi operativi del Governo in materia di incendi boschivi e di interfaccia e, non ultimo, il coinvolgimento degli agricoltori e degli allevatori in una campagna “di prossimità” che mira a veicolare un cambiamento culturale sulla sicurezza dell’ambiente, sul reimpiego del materiale vegetale in agricoltura, sui sistemi di coltivazione e allevamento rispettosi della tutela del territorio. 
Il lavoro sarà strutturato per obiettivi. In quelli di breve periodo rientra l’attività di formazione degli operatori del settore agricolo. Si porrà grande attenzione alle attività di prevenzione: in caso di incendi provocati da fuochi pirotecnici in occasione di feste padronali si potrebbe provvedere anche l’adozione di un’ordinanza prefettizia. Si proporrà inoltre uno studio di tecniche agronomiche che prevedono il reimpiego delle sterpaglie in agricoltura e la stipula di una convenzione con l’Ato rifiuti competente per territorio per il trasporto e il conferimento in discarica dei rifiuti agricoli non pericolosi. 
Tra gli obiettivi di medio periodo l’avvio di una campagna in favore del sistema di decespugliamento chimico tramite prodotti biodegradabili. Nel lungo periodo dovrà essere completata la mappatura completa del territorio anche con l’ausilio di schede di autovalutazione compilate dagli stessi coltivatori e allevatori. Più in generale si cercherà di elaborare una metodologia colturale collettiva che individui i sistemi di coltivazione che permettano una maggiore tutela dell’ambiente dall’aggressività degli incendi. 
 
 
Giorgio De Giuseppe: “Atti criminali commessi da speculatori”
 
A lanciare l’allarme sulla grave situazione del patrimonio boschivo è il difensore civico della Provincia di Lecce, Giorgio De Giuseppe, in una lettera indirizzata al Prefetto: “Ogni anno, durante la stagione estiva, un’estensione ragguardevole di zone verdi della Provincia è distrutta dalle fiamme. Gli ettari già bruciati si sommano ad altri, sicché la situazione diventa sempre più allarmante e devastante. Non entro nel merito della natura degli incendi i quali, per essere domati, richiedono interventi difficili e costosi da parte di benemeriti Vigili del fuoco, Forze dell’ordine e volontari. La constatazione che gli incendi si sviluppano soprattutto nelle più belle località della costa, lascia presumere la loro natura dolosa, per altro accertata nel maggior numero dei casi”. 
Per il difensore civico la soluzione è semplice ed è già prevista dalle leggi: “Per contrastare tale situazione -scrive De Giuseppe- non basta il costante invito a comportamenti prudenti da parte dei cittadini, ma è necessario anche un rigoroso rispetto delle leggi e, in primo luogo, della legge-quadro 353/2000 la quale ha fissato interventi di prevenzione e di repressione. Dalle verifiche che ho potuto compiere, sembrerebbe che le norme siano largamente disattese o del tutto ignorate, con particolare riguardo alle funzioni amministrative e le sanzioni. La legge prevede che le zone, i cui suoli siano stati percorsi dal fuoco, non possano avere destinazione diversa dalla preesistente per almeno 15 anni e che le Amministrazioni comunali le censiscano con apposito catasto e provvedano alle relative perimetrazioni”.