Terminato il ciclo di assemblee per il Salento che ha raccolto oltre 2mila agricoltori
Ripristinare gli uliveti dopo la distruzione seminata da Xylella Fastidiosa. Ammodernare le imprese con le nuove tecnologie, differenziare le colture, ottimizzare le risorse idriche, sviluppare e rendere competitive le filiere dei cereali e del latte nel Leccese. Di questo e di molto altro si è parlato nel ciclo di assemblee territoriali organizzato da Coldiretti Lecce che ha radunato oltre 2mila agricoltori a Sternatia, Ugento, Casarano, Lecce, Galatina, Nardò, Otranto, i maggiori centri di riferimento del mondo agricolo del Tacco d’Italia. A più di 10 anni dal ritrovamento del patogeno negli uliveti del gallipolino che ha devastato migliaia di ettari, il Salento vuole voltare pagina e ricostruire l’agricoltura e il paesaggio.
Gli incontri si sono svolti alla presenza del presidente di Coldiretti Lecce, Costantino Carparelli, del direttore Aldo De Sario, della responsabile Coldiretti Donne Lecce, Daniela Specolizzi, del responsabile di Coldiretti Giovani Impresa, Fausto Puce, dei presidenti territoriali e di tantissimi soci Coldiretti.
Il dibattito ha scandagliato tutte le tematiche sentite come fondamentali per la ripresa e lo sviluppo del comparto agricolo del Salento, differenziando anche le priorità degli specifici distretti produttivi: dal settore del vivaismo delle barbatelle dell’indruntino, al florivivaismo dell’area di Leverano, dalla zootecnia del neritino alle orticole del nord leccese. Spazio anche a tematiche fondamentali come l’approvvigionamento idrico, la riduzione dei costi di produzione, le deroghe sugli ecoschemi.
“Il rapporto con i soci deve essere sempre più costruttivo – ha commentato il presidente Carparelli -. La capillarità della rappresentanza è il nostro valore aggiunto. Tutte le assemblee sono state molto partecipate ed abbiamo fatto sintesi delle problematiche emerse per essere più incisivi nelle nostre battaglie che portiamo avanti nel contesto regionale, nazionale ed europeo”.
Una delegazione di 22 imprenditori salentini, inoltre, ha partecipato alla manifestazione organizzata da Coldiretti a Bruxelles, rivendicando più attenzione per il territorio ed una politica di protezione del made in Italy, in primis la difesa delle frontiere Ue, sinora un colabrodo che ha fatto arrivare nel leccese materiale vegetale infetto, causa poi della più grande devastazione fitosanitaria che si ricordi d’uomo.