di Stefano Manca
Mentre lavoravo a questo numero di Belpaese, l’ultimo del 2025, mi sono soffermato sul presepe di sabbia di Scorrano. Bellissima opera d’arte, da sempre. C’era però un dettaglio a emozionarmi. Il fatto che passate le feste le opere di sabbia tornino, appunto, sabbia.
Scompaiano.
Per sempre.
Il fascino indescrivibile di quella sabbia che torna sabbia mi ha fatto venire in mente una bella chiacchierata di qualche tempo fa davanti al mare di Santa Caterina, nella mia Nardò. Ero con uno street artist piemontese il quale riteneva normale e accettabile che i murales col tempo svaniscano dalle pareti sulle quali sono stati realizzati. Cancellati alla e dalla luce del sole. Anch’essi, come la sabbia del presepe di Scorrano, per sempre.
È il contrario, se ci pensate, di quel che racconta un famoso aforisma attribuito a Flaubert sull’opera d’arte che sopravvive al suo autore. Si narra che lo scrittore francese in punto di morte abbia detto: “Io adesso crepo, ma Emma Bovary vivrà per sempre”. A indicare che l’arte, al contrario dell’artista, continua a vivere nell’immaginario.
Scusatemi per questo volo, forse eccessivo, dal presepe di Scorrano a un autore francese. Passando per uno street artist di Novara che, ignaro di tutto, da tempo mi sta facendo riflettere su quelle sue parole così lontane da Flaubert eppure così calzanti.
La condivisione di questo mio pensiero è l’augurio più sincero che potessi farvi. Di notte e lotte di Natale. Ma senza vincitori né vinti. Una lotta intellettuale, oserei dire senza voler esagerare.
Ma sì, esageriamo: ormai è andata.