Il gruppo pugliese di FdI chiede chiarezza sulle modalità con la quale la Regione vorrebbe risolvere il passivo della Sanità, contestando una autonomia decisionale di Emiliano, Piemontese e Palese
Una nota informativa dura e polemica quella che il gruppo regionale di FdI (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro) ha diffuso nelle scorse ore per lamentare un atteggiamento poco trasparente del Presidente Emiliano e degli assessori Piemontese e Palese sull’attuale precario quadro finanziario della sanità pugliese.
“Quando si decide come ripianare un debito nella Sanità che ammonta a ben 450milioni di euro -si legge nella nota- pensare di farlo in un ‘cenacolo a tre’ è un insulto alla trasparenza e alla democrazia. L’annuncio che non saranno aumentate l’IRPEF e l’IRAP sa tanto di spot elettorale. Dire ai pugliesi: non vi aumentiamo le tasse, ma il deficit sarà coperto con il bilancio autonomo è offendere la loro intelligenza. Come se i soldi del bilancio autonomo fossero di Emiliano-Piemontese-Palese e non sempre dei pugliesi! E’ il caso di ricordare al trio delle meraviglie una massima di Margareth Thatcher: ‘Non esistono soldi pubblici, esistono solo i soldi dei contribuenti’. Questo significa che saranno tagliati servizi, almeno per circa 200 milioni. Perché non dobbiamo dimenticare che quest’anno la Puglia ha avuto un aumento del fondo sanitario per 260 milioni, che sarebbero dovuti servire per migliorare l’offerta sanitaria e, invece, serviranno per ripianare l’enorme buco”.
Una decisione, quella dei tre rappresentanti della giunta regionale, che, secondo il gruppo regionale, dovrebbe provenire da un confronto collettivo: “Tutto questo non può essere discusso e deciso solo fra ‘intimi’; è giusto, trasparente e democratico che della famigerata delibera 412 del 28 marzo scorso vi sia una discussione collegiale, e quale assise migliore di quella del Consiglio regionale? Dove i consiglieri rappresentano anche i territori che risentiranno fortemente della ‘tagliola’ messa su ogni spesa delle ASL. Infatti, da quello che ci sembra di capire, ogni direttore generale dovrà di volta in volta farsi autorizzare ogni spesa, comprese quelle di prima necessità come possono essere i dispositivi ortopedici o medicali. Ora, francamente, tutto questo appare come un commissariamento dei DG. Se la spesa viene accentrata a Bari nell’Assessorato e Dipartimento alla Sanità vuol dire indirettamente che la ‘colpa’ del deficit è dei vertici delle sei ASL. Se è così, lo vengano a dire in aula in una seduta monotematica del Consiglio”.