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Coldiretti: “Situazione critica per la siccità, la Regione chieda lo stato di calamità”

Per Gianni Cantele la difficoltà di approvvigionarsi di acqua dalla rete idrica rende complicato affrontare i periodi di siccità come questo. Il risultato? Raccolti a rischio e aumento dei prezzi di mercato

 

Per la nostra agricoltura siccità e difficoltà di approvvigionamento idrico sono i guai peggiori, sia per le numerose perdite che la rete dell’Acquedotto ancora registra, sia perché molti pozzi privati hanno il grosso problema di una eccessiva salinizzazione della falda. Questo è quanto emerge dall’analisi del presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele

Presidente Cantele, si possono quantificare i danni provocati dalla siccità fino ad ora?

Finora abbiamo calcolato una stima di 143 milioni di euro di danni a causa della siccità che sta caratterizzando questa estate. A fronte di invasi di Puglia che sono al di sotto del 50% come potenzialità irrigua, abbiamo zone che sono servite dall’emungimento dei pozzi e poi abbiamo la situazione legata a quei pozzi privati e che sappiamo essere un grosso problema per la salinizzazione della falda. Oggi, poi, abbiamo il problema della corretta gestione della questione idrica, dove invece l’acqua proprio non arriva si creano i disagi più grossi. Noi abbiamo una olivicoltura, in particolare quella salentina, che per la maggior parte non è irrigua quindi questo significa che non c’è possibilità di dare acqua alle piante. La siccità ha generato una riduzione della produzione, almeno il 30% delle olive sono già cadute.

Quali altre colture sono maggiormente colpite? 

Abbiamo fatto una campagna dei cereali, specie del grano duro, che è andata benissimo dal punto di vista qualitativo, malino per il prezzo, male dal punto di vista quantitativo. Per il comparto ortofrutta, dove c’era stata la possibilità di irrigare la qualità è stata piuttosto elevata. La frutta stava risentendo del freddo benefico dell’inverno, la fruttificazione è stata molto buona, la qualità anche, ma i costi per mantenere un frutteto sotto irrigazione sono aumentati e questo ci porta a un mercato difficile, perché i prezzi all’ingrosso sono molto bassi. Anche l’uva, in particolare quella da tavola che ha necessità di molta acqua, può avere problemi perché i costi aumentano per l’irrigazione, dove non hai sufficiente acqua significa rischiare di perdere il prodotto. Se le cose continuano in questa maniera, e le temperature saranno alte per tutta le prossima settimane, verrà ulteriormente messa a repentaglio sia l’uva da vino che da tavola. 

Quali le contromisure che proponete come Coldiretti?

C’è bisogno di un approccio strutturale diverso al problema, cioè mirare ad avere più accumulo e quindi più invasi in grado di conservare l’acqua che cade in maniera sempre meno uniforme, cioè tanta acqua in poco tempo, il che significa avere necessità di ammodernare gli acquedotti per usi irrigui. Ci sono poi i consorzi di bonifica che spesso vengono criticati, quelli funzionanti e funzionali sarebbero ideali per affrontate con più serenità un’agricoltura che ha sempre più bisogno di acqua. Abbiamo chiesto un mese fa alla Regione Puglia di poter attivare la richiesta di calamità naturale che rinnoviamo perché la situazione di giorno in giorno peggiora. Purtroppo la richiesta di calamità necessita di un iter di verifiche a volte troppo burocratico, in quanto l’Assessorato dà in mano agli uffici periferici provinciali il controllo sul campo, devono fare controlli a tappeto sul territorio per verificare se ci sono realmente danni e se superano il 30%, che è la soglia oltre la quale può essere richiesta la calamità.

 

Una soluzione? Il riutilizzo delle acque reflue 

 

Il coro di proteste verso quello che l’opposizione descrive come l’immobilismo di Michele Emiliano comprende anche il “Movimento Schittulli – Area Popolare”, con il consigliere Giovanni Stea, che ha rilasciato dichiarazioni critiche piuttosto dura verso l’atteggiamento del presidente della Regione Puglia: “Avevamo chiesto un piano straordinario di prelievo dell’acqua a tutela del settore agro-florovivaistico e invece l’intero comparto agricolo pugliese continua a fare i conti con eventi meteorologici estremi e il collasso è ormai dietro l’angolo, a causa di una delle più gravi siccità degli ultimi decenni e con le falde ormai in affanno a causa degli indispensabili prelievi quasi continui di acqua. Ora serve immediatamente lo stato di calamità naturale e servono nuove politiche a tutela di una voce trainante dell’economia pugliese”. 

La soluzione potrebbe arrivare dal sistema delle acque reflue: “Una boccata di ossigeno può arrivare dal riutilizzo delle acque reflue, tanto per l’uso in agricoltura, quanto civile e industriale. Per le caratteristiche geomorfologiche e meteorologiche, la Puglia è tra le regioni europee che può trarre i maggiori vantaggi dall’utilizzo di questi impianti di rigenerazione delle acque. La falda acquifera, che deve già fare i conti con lunghe stagioni siccitose e soggetta a continui prelievi, spesso è a livelli molto bassi, con notevoli disagi per i lavori nei campi e una grande spreco del prezioso liquido”. 

 

Alessio Quarta