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Salento a ferro e fuoco

Le alte temperature di questo periodo favoriscono l’insorgenza e la diffusione degli incendi. Ma i mezzi a disposizione dei Vigili del fuoco sono insufficienti 

 

Altra piaga che le temperature elevate portano con sé è quella legata agli incendi. Sin dal mese di giugno le cronache dei giornali hanno dovuto affrontare il dramma di centinaia di ulivi ed ettari di boschi andati letteralmente in fumo un po’ ovunque nella provincia di Lecce. Torre Lapillo, come purtroppo spesso accade, è stata sin da subito teatro di un vastissimo incendio che ha devastato il Parco Regionale Palude del Conte e Duna Costiera. Era appena l’8 giugno di quest’anno ed era, ahinoi, solo l’antipasto di un’estate di fuoco.

Il 13 luglio è stata la volta di Racale dove le fiamme, alte una ventina di metri, hanno ridotto in cenere circa 500 palme. L’incendio è divampato lungo la strada che conduce a Ugento, con i pompieri impegnati per diverse ore prima di avere la meglio. Pochi giorni dopo è toccato a Galatina, in contrada “Guidato”, sulla strada che collega a Collemeto, dove ad essere arsi sono stati mille alberi di ulivo, tra cui alcuni secolari. E nelle stesse ore 40 alberi di ulivo bruciavano a Parabita. E poi Ugento, le campagne tra Borgagne e Carpignano Salentino, una zona ricca di uliveti secolari andati in fumo, e ancora il 28 luglio le fiamme che hanno colpito la “Serra del Mito” di Tricase, un’area considerevole del Parco naturale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” andata letteralmente distrutta.

“Abbiamo a che fare con una carenza cronica di mezzi, da anni -spiega Giancarlo Capoccia, referente provinciale del Conapo, il sindacato dei Vigili del Fuoco-. Sono mezzi che hanno più di vent’anni e sono insufficienti a gestire le emergenze attuali. Stiamo rispondendo con difficoltà a tutte le richieste, facciamo una grossa fatica a completare gli interventi nonostante un lavoro che in questo periodo è praticamente h 24. Il Comando di Lecce è uno dei pochi in Italia ad avere un organico pieno, ma mancano i mezzi, lo diciamo da anni. C’è poi un problema generale che è quello della gestione dell’antincendio boschivo: la legge attribuisce la competenza alle Regioni, ma dovrebbe essere questione di competenza statale. La gestione regionale, poi, è in capo alla SOUP (Sala Operativa Unificata Permanente) quando, invece, dovrebbe essere istituito un corrispettivo provinciale coordinato dai Vigili del Fuoco. C’è, poi, la questione delle associazioni di Protezione civile: noi dovremmo sapere chi sono, quante squadre sono disponibili, quanti uomini hanno e quale territorio sono disposte a coprire. E, invece, nulla”. 

 

Alessio Quarta