Se le Unioni di Comuni hanno prodotto finora scarsi risultati, le fusioni possono invece rappresentare una risorsa in grado di garantire efficienza dei servizi e minore pressione fiscale. E il primo firmatario della nuova proposta di legge è il salentino Salvatore Capone
Da tempo si parla della proposta di legge relativa alle modifiche al Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al Decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, concernenti la fusione di Comuni e l’esercizio coordinato o associato delle loro funzioni, primo firmatario l’onorevole Salvatore Capone. Si tratta di una proposta che agevola e sostiene i processi di fusione dei Comuni, ma in cosa consiste precisamente? Non mira a fondere in maniera coattiva 5.652 Comuni, che qualora non si fondessero autonomamente entro due anni con altri enti fino a raggiungere la soglia minima di 5mila abitanti verrebbero accorpati d’autorità dalle Regioni, senza poter godere, in questo caso, di tutti i benefici e incentivi previsti dall’ordinamento per le fusioni di comuni volontarie. È una proposta di legge che vuole razionalizzazione l’Amministrazione locale e conferire maggiore efficienza, economicità e adeguatezza agli enti locali territoriali, attraverso la modifica nella struttura territoriale dei Comuni, con il presupposto di realizzare economie di scala possibili proprio grazie all’aumentata dimensione demografica e territoriale, rispetto agli enti locali di partenza.
Una soluzione che mira a superare storici campanilismi e che aiuta a comprendere importanza di queste misure in questi tempi, grazie ai vantaggi in termini di efficienza dei servizi e di minore pressione fiscale che ne deriverebbero. Secondo la Corte dei Conti (Relazione n. 8/2016), infatti, si può rilevare che le fusioni attuate finora hanno prodotto un risparmio di spesa di circa 10 milioni di euro.
Ad oggi, da Roma in giù, è stato creato un solo Comune unico: Montoro (Avellino), nato nel 2013 dalla fusione di Montoro Superiore e Inferiore, caso isolato che non fa altro che evidenziare l’inerzia degli amministratori meridionali. Al contrario, nel triennio 2014-2016 nel resto d’Italia sono stati creati più di 60 Comuni unici, con la conseguente soppressione di 149 Comuni. Una riduzione che corrisponde a 89 unità e che, ahinoi, riguarda ancora una volta regioni a una più alta latitudine: Trentino-Alto Adige (21), Lombardia (13), Emilia-Romagna (8), Toscana (8), Piemonte (3), Veneto (3), Marche (2) e Friuli Venezia Giulia (2).
Work in progress anche nel Salento
La proposta di legge è stata presentata lo scorso 11 febbraio a firma di Salvatore Capone a cui si sono aggiunti il sostegno e la sottoscrizione da parte di altri 20 deputati. “Un dato importante -ha sottolineato la vice ministro Teresa Bellanova-, sia per il numero che soprattutto per la rappresentanza geografica. Aver raccolto le adesioni di parlamentari provenienti da differenti aree geografiche del Paese significa aver colto un’esigenza avvertita diffusamente. Per questo è importante che, a partire da adesso, prosegua il confronto nel territorio con i sindaci e gli amministratori, perché anche grazie a questa proposta i processi di condivisione e fusione tra Amministrazioni vengano vissuti come occasione importante e proficua e possano essere adeguatamente sostenuti”.
Un accorpamento di due o più Comuni contigui, quindi, cui consegue la nascita del nuovo ente; ma la fusione può avvenire, altresì, per incorporazione di uno o più Comuni, all’interno di un ente locale che rimane comunque in vita a seguito del processo di fusione.
Nel Salento la risposta più concreta, al momento, è stata espressa dai Comuni di Acquarica del Capo e di Presicce, i cui Consigli comunali hanno già espresso la volontà di giungere alla fusione, facendo nascere un nuovo Comune di 10.558 abitanti, ma feedback favorevoli alle fusioni sono arrivati da altre zone della Terra d’Otranto: ad esempio nella zona nord opera il movimento a favore del Comune unico di “Terenzano”, che mira ad unire Campi Salentina, Squinzano e Trepuzzi (in totale 39.678 abitanti).
Per quanto riguarda il sud Salento, invece, è al lavoro l’associazione “5 Campanili”, a sostegno della fusione di Alliste, Felline, Taviano, Racale e Melissano (per un totale di 37.381 abitanti), mentre l’associazione “Garìga” opera con l’obiettivo di far nascere la Città del Capo di Leuca, il cui perimetro comprende i Comuni di Gagliano del Capo, Patù e Castrignano del Capo (12.500 abitanti).
Federica Miggiano