Il nosocomio leccese sempre più punto di riferimento nella provincia, nonostante i ritardi nella realizzazione del Dipartimento dell’Emergenza e Accettazione
Nel piano di riordino voluto dalla Regione Puglia, così come approvato dalla Giunta a fine novembre, il ruolo centrale della sanità nel Salento spetterà al “Vito Fazzi” di Lecce, punto di riferimento di tutta la provincia. Nella delibera di approvazione emergono alcune novità fondamentali, come, ad esempio, l’attivazione della chirurgia maxillo-facciale, di quella vascolare e dell’unità spinale.
Il “Vito Fazzi” avrà 118 posti letto in più, sia per l’attivazione delle nuove unità, sia per il potenziamento di quelle già esistenti, diventando il connettore di tutta la rete ospedaliera provinciale. Nello specifico i nuovi posti letto saranno così suddivisi: 20 posti per chirurgia pediatrica, 10 per la maxillo-facciale, 12 per la chirurgia vascolare, 20 per la gastroenterologia e altri 10 per la geriatria, soltanto 4 per la reumatologia.
Per quel che concerne, invece, i reparti che operano da tempo nel nosocomio leccese, verranno aggiunti altri 10 posti per la medicina generale e la pneumologia, 6 in più per la terapia intensiva neonatale, 4 letti in più toccheranno a cardiochirurgia, lungodegenza, malattie endocrine, malattie infettive, urologia, terapia intensiva cardiologica, ortopedia, neurologia; 3 altri posti letto infine saranno destinati a nefrologia.
A San Cesario di Lecce, presso il plesso ospedaliero “Galateo”, ci saranno 60 posti per la riabilitazione funzionale e 6 posti di unità spinale. Per completare il quadro previsto dal piano di riordino l’ospedale di Gallipoli vedrà l’attivazione di 12 posti letto in neurologia e 16 in urologia, mentre il nosocomio di Scorrano potrà contare su 24 posti letto aggiuntivi, così suddivisi: 4 posti per l’attivazione di otorinolaringoiatria, altri 4 verranno aggiunti ai già funzionanti reparti di cardiologia e terapia intensiva, ben 8 saranno i posti in più in lungodegenza e in ostetricia e ginecologia, 5 per ortopedia e altrettanti per pediatria.
Un quadro positivo, quello tracciato per il capoluogo di provincia, offuscato però in questi mesi dai lavori per la realizzazione del Dipartimento dell’Emergenza e Accettazione, che è ben lungi dall’essere concluso. I lavori dovevano essere completati entro la fine di novembre, ma allo stato dell’arte l’edificio appare ancora lontano dal vedere la parola fine. Come certificato dalla delibera dell’8 novembre scorso, a fronte di un appalto che è stato aggiudicato per una cifra di 62.538.727 di euro, la ditta ha eseguito sinora lavori per meno della metà.
Gli ospedali penalizzati
CASARANO
Il “Ferrari” di Casarano è uno degli ospedali che viene “retrocesso” a presidio di base, perdendo i reparti di Chirurgia pediatrica, Nefrologia, Neurologia, Pediatria, Ostetricia, Malattie endocrine e Terapia intensiva. Una scelta che è stata definita “scellerata e arrogante” da parte delle forze politiche di maggioranza locale, da Conservatori e Riformisti a Cdc, da Lista Stefano a Forza Italia, passando per i Verdi e La Puglia prima di tutto. E non è bastato, alla struttura casaranese, essere classificata tra le prime 12 di Puglia né essere ospedale di riferimento per l’Asl di Lecce.
A nulla sono valse le più di 10mila firme raccolte dai cittadini del comprensorio o il parere negativo del Consiglio intercomunale di quindici Comuni dell’area ionica. Il Consiglio regionale ha inteso tirare dritto, riconoscendo al “Ferrari” di Casarano un potenziamento soltanto per i reparti di Psichiatria, geriatria e lungodegenza. Una scelta che, però, non ha frenato le proteste, anzi. “Invitiamo -sostengono le forze politiche di maggioranza- tutti i cittadini del comprensorio, i partiti, le associazioni, gli operatori sanitari ad una mobilitazione straordinaria per riaffermare il diritto alla salute”.
GALATINA
Ad uscire con le ossa rotte dal nuovo piano ospedaliero firmato Michele Emiliano è anche il “Santa Caterina Novella” di Galatina che, in un colpo solo, vede sparire quattro branche specialistiche come quelle di malattie infettive, gastroenterologia, ostetricia e ginecologia, gli ultimi due, in particolare, considerati fiori all’occhiello della sanità locale.
Anche qui le proteste non sono mancate, pur in un contesto politico indebolito dalla crisi di palazzo e dalla successiva nomina del commissario prefettizio. Non manca la difesa a spada tratta di un’eccellenza del territorio perché il “Santa Caterina Novella” viene visto pienamente in regola con le caratteristiche dettate dal DM. n. 70/2015. Al di là dei rituali rimpalli di responsabilità tra le varie parti politiche, pure a Galatina si è pronti a scendere compatti in piazza per rivendicare un diritto che si sente calpestato. Attivazione della lungodegenza e raddoppio della geriatria sono le misure pensate dalla Regione Puglia per rafforzare il presidio ospedaliero galatinese.
COPERTINO
Altro esempio di ospedale declassato a presidio di base è il “San Giuseppe”, che passa dagli attuali 170-200 posti letto ad un massimo di 72-80 posti letto, perdendo così delle eccellenze professionali che saranno dirottate verso altre strutture sanitarie. In particolar modo, a venir meno dovrebbero essere i punti nascita, nonostante il contesto sia quello della seconda realtà dell’intera provincia per numero di bambini e bambine nati. La penalizzazione arriva dalla mancata presenza al “San Giuseppe” del reparto di terapia intensiva, senza il quale il punto nascita non ha motivo di esistere. I sit-in, le manifestazioni, le proteste non sono mancate nemmeno nel Comune del Nord Salento, per niente rassegnato a vedere declassato un emblema e un punto di riferimento non solo per la comunità copertinese, ma anche per Leverano, Veglie, Porto Cesareo, Monteroni, Carmiano, Salice. A Copertino, comunque, dalle indicazioni della delibera di Giunta di recente approvazione si prevede l’attivazione di terapia intensiva e l’incremento di posti letto di lungodegenza e medicina generale.
Alessio Quarta