Incontro con l’autore andranese, che descrive le sue pubblicazioni I nostri padri i nostri nonni, Tradizioni e giochi dimenticati e Sagre e sapori del Salento
Ripercorrono un secolo di storia del nostro territorio i tre libri pubblicati tra il 2004 e il 2009 da Ippazio Musarò, sessantenne andranese con la passione per lo studio delle tradizioni e delle condizioni di vita passate delle popolazioni del Salento. I nostri padri i nostri nonni, Tradizioni e giochi dimenticati e Sagre e sapori del Salento: questi i titoli delle pubblicazioni dell’autore, che sviluppano in tre momenti successivi i diversi aspetti di un unico discorso intorno alla cultura popolare salentina.
“A spingermi a scrivere dei libri sul Salento -spiega Musarò- è stata la curiosità e al tempo stesso lo stupore dei miei figli ogni qualvolta raccontavo loro della mia infanzia. Di quando da ragazzino, sebbene frequentassi la scuola, seguivo mio padre nei campi a lavorare la terra. O ancora di quando i contadini subivano i soprusi dei “patruni”, che li facevano lavorare da mattina a sera il più delle volte senza alcuna ricompensa. Oppure della gente che moriva senza conoscerne la causa, giacché rivolgersi a un medico era un lusso per pochi e la prassi usuale era curarsi con erbe spontanee utilizzate per infusi e decotti vari. Un passato preistorico o addirittura fantasioso agli occhi dei miei figli, eppure la storia vera della miseria in cui il Salento ha vissuto fino agli anni ‘60-‘70 del secolo scorso. La mia esperienza personale e le testimonianze di quanti, ormai anziani, ricordano quel duro passato -continua l’autore- mi hanno permesso di delineare ne I nostri padri i nostri nonni un quadro vivo e spesso drammatico delle vicende umane dei Salentini dal secondo dopoguerra alla fine del 900. Ho dedicato quindi Tradizioni e giochi dimenticati a consuetudini di vita, usi e costumi di un tempo che le nuove generazioni forse ormai nemmeno conoscono, mentre in Sagre e Sapori del Salento, grazie all’aiuto di tanti organizzatori, ho realizzato una descrizione delle maggiori sagre di prodotti tipici realizzate sul territorio salentino. L’auspicio è che la testimonianza di un passato difficile, eppure molto recente, faccia sì che si possano maggiormente apprezzare gli agi quotidiani, nutrendo più rispetto per i nostri anziani e la saggezza popolare di cui sono depositari”.
Mariapia Garrapa