All’ultima edizione del “Salon du chocolat” di Milano, l’azienda Maglio ha trionfato conquistando, tra gli altri, il prestigioso premio “Tavoletta d’oro”: questo è solo l’ultimo caso, in ordine di tempo, di aziende salentine che in Italia e all’estero ricevono riconoscimenti per prodotti quali il cioccolato, l’Olivotto o il Vincotto Primitivo, degni rappresentanti di un settore -quello dell’artigianato alimentare- che punta all’eccellenza e resiste bene alla crisi
C’è uno spiraglio di luce nel labirinto della crisi economica e ad accenderlo è il settore dell’artigianato alimentare pugliese. In particolare il Salento continua a sfornare eccellenze di primissimo piano e a portare a casa riconoscimenti prestigiosi.
L’ultimo in ordine di tempo è quello dell’azienda Maglio che il 14 febbraio scorso ha conquistato il premio nazionale “Tavoletta d’oro 2016” nella categoria “Frutte e canditi ricoperti” con il cioccolato al gusto clementine. Ma l’azienda magliese ha ottenuto risultati rilevanti anche in diverse altre categorie, superando sempre la votazione di 85/100 con il cioccolato al latte, latte ad alta percentuale di cacao e cioccolato fondente. Oltre 850 i prodotti dolciari degustati in gara nel corso dell’annuale manifestazione “Salon du chocolat”, ideata dalla Compagnia del Cioccolato, associazione che raggruppa più di mille iscritti, tra semplici appassionati, degustatori professionali, giornalisti del settore, esperti a vario titolo del food e raffinati gourmet.
E il trionfo dell’azienda Maglio, che in realtà si ripete ormai da un lustro, è solo l’esempio più lampante di un comparto che, stando almeno ai dati diffusi nei mesi scorsi dall’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia, se anche non decolla completamente, quantomeno tiene banco in un clima generale che ancora risente in modo laddove strisciante, laddove più evidente, delle conseguenze della crisi economica del 2008.
Entrando nel dettaglio, su scala regionale il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.185 imprese, pari al 48,8% del totale. Seguono i locali che vendono cibi da asporto presenti con 2.241 imprese a rappresentare il 34,3% del dato complessivo. Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 367, vale a dire il 5,6% del totale; i pastifici sono, invece, 321 (4,9%), 95 le aziende che producono olio, grassi animali e vegetali, mentre quelle dedite a caffè, cacao, tè sono 63, una dozzina in più delle birrerie.
“I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale -sottolinea Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia- dimostrano ancora una volta la forza dell’agroalimentare pugliese, in grado non solo di resistere alla crisi economica, ma anche di registrare un incremento nei numeri”. Dati questi che premiano, in modo particolare, l’artigianato pugliese legato alla tradizione che vanta ben 249 prodotti inseriti all’interno del patrimonio nazionale. Un primato che in qualche modo va ad incidere anche sulla medaglia d’oro che l’Italia detiene rispetto agli altri Paesi europei per numero di prodotti di alta qualità. “Una Regione come la nostra -conclude Sgherza- non può sedersi sugli allori, ma deve continuare a investire al fine di conservare e migliorare il proprio primato di qualità”.
Maurizio Maglio: “Il nostro è un cioccolato per intenditori, conosciuto anche all’estero”
La storia dell’azienda Maglio parte da molto lontano, dal 1875 quando la famiglia giunse nella città di Maglie. Furono il talento e la tenacia del capostipite Antonio a dare l’avvio dei lavori con una locanda con cambio di cavalli, punto di partenza di un marchio che nel corso della sua storia di strada ne ha fatta, e ne continuerà a fare, molta. Giuseppe e Dante invertirono la rotta agli inizi del Novecento, puntando, il primo, su un caffè con annesso un laboratorio di dolciumi e, il secondo, sulla produzione di liquori artigianali, trovando nel cioccolato un prezioso alleato per la lunga conservazione. Negli anni Sessanta nuova linfa vitale arriva da Vincenzo che intensifica la produzione di pasticceria e cioccolato con innovative ricette, contribuendo a rafforzare un simbolo che dura ormai da più di 140 anni.
Sinonimo di gusto, prelibatezza, qualità non solo in Salento, ma in tutta Italia come testimonia il riconoscimento della “Tavoletta d’oro 2016” al “Salon du chocolat” di Milano lo scorso 14 febbraio.
Ne abbiamo parlato con Maurizio Maglio, uno dei nuovi pilastri di questa perla preziosa dell’artigianato locale.
L’azienda Maglio è fresca vincitrice di un importantissimo premio nazionale nella categoria “Frutta e canditi ricoperti”. Ci parli un po’ di questo riconoscimento.
Questo è un premio che viene dato tutti gli anni da un’associazione di degustatori sparsi in giro per tutta Italia che fanno parte della “Compagnia del Cioccolato”. Loro prendono in esame diversi segmenti del comparto, come il cioccolato al latte o fondente, poi premiano i prodotti di eccellenza dei produttori italiani. Quest’anno abbiamo ritirato questo attestato importante per la categoria “Frutta e cioccolato”, ma in finale sono arrivati tanti altri nostri prodotti. Tutti i cioccolati che arrivano in finale sono già eccellenze perché superano gli 85/100 come votazione.
Qual è il punto di forza del vostro cioccolato vincitore?
È caratterizzato da questa clementina con cioccolato, uno spicchio intero candito sia con la buccia che con la polpa ricoperto da cioccolato fondente. Già l’anno scorso avevamo vinto con le tavolette al latte, due anni fa con quelle all’amarena. In questa categoria “Frutta e cioccolato” hanno ritenuto di premiare l’Azienda Maglio per un abbinamento di prodotto su cui noi lavoriamo da diversi anni.
Possiamo quindi affermare che si tratta di una vostra peculiare sperimentazione, quella che riguarda cioccolato e frutta?
Più che sperimentazione è una tipologia di prodotti, facciamo diversi tipi di frutta ricoperti di cioccolato. È un po’ un concetto mediterraneo, facciamo dei prodotti che abbiano una territorialità, utilizziamo frutta del territorio e la ricopriamo di cioccolato. È un must della nostra produzione, lo facciamo da tantissimi anni. Siamo più in là con l’innovazione e la tecnologia rispetto ad aziende che si affacciano da poco tempo in questo settore e sono prive del nostro know how. La ricerca e l’innovazione noi la facciamo sul campo. Quello che viene fuori anno per anno è il frutto di prove, di esperimenti: essendo un’impresa artigiana abbiamo la possibilità di testare questo prodotto.
Questo riguarda tutte le vostre linee di prodotto.
Ovviamente. Non facciamo solo frutta ricoperta, lavoriamo il cioccolato a 360 gradi, facciamo ricerche su nuove piantagioni, molto spesso andiamo in loco, per vedere che tipo di produzione hanno. Dietro un cioccolatino o una tavoletta ci sono mesi e mesi -per non dire anni- di prove, di ricerche. Questa è la parte bella del nostro lavoro in cui obiettivo è cercare di trovare un equilibrio di gusto.
Quali sono i prodotti attualmente più richiesti dal mercato?
In questo momento il mercato si è risvegliato. C’è stato un periodo in Italia si è limitato tutto, i consumi si sono ridotti moltissimo. Oggi c’è sempre più una tendenza a mangiare, nel comparto del cioccolato, un prodotto che sia più di qualità, soprattutto a livello di gusto. Siccome il cioccolato è un alimento voluttuario -rivolto quindi a soddisfare i piaceri, soprattutto dei sensi- chiaramente gli abbinamenti un po’ stravaganti attirano il cliente.
In un momento caratterizzato dalla crisi economica una strategia vincente è stata quella di puntare sulle esportazioni all’estero.
Sì, le esportazioni ci hanno permesso di fatto di andare avanti in questi anni in cui la domanda interna è andata calando. Negli ultimi quattro anni abbiamo esportato di più e comunque il mercato estero è molto più ampio anche perché il prodotto italiano piace di più rispetto ai competitor europei. Tuttavia, c’è bisogno di lavorare molto sulla cultura alimentare di alcuni Paesi che hanno scoperto da poco il cioccolato. Bisogna fare tanta formazione per gli operatori di quei Paesi.
Quali sono i Paesi su cui la richiesta è maggiore?
Siamo un’azienda che opera nel Salento, ma siamo riusciti ad arrivare a mercati come l’Australia. Il mercato internazionale sta crescendo anno per anno, lo stiamo curando maggiormente rispetto agli anni passati. Mercati che hanno un consumo di cioccolato che non si ferma sono quelli del Nord Europa, Germania in testa, prima Nazione in cui noi esportiamo. Poi c’è la Cina, l’Ucraina (che è un mercato nuovo e in crescita), gli Emirati Arabi (grandi consumatori di cioccolato nonostante le temperature alte), Giappone, Stati Uniti, Olanda, Austria, Belgio, Gran Bretagna.
Alessio Quarta