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Situazione debitoria e allarme criminalità: ecco le priorità che il prossimo sindaco dovrà affrontare

Il turno di ballottaggio, previsto per domenica 20 e lunedì 21, consegnerà alla città il nome del nuovo primo cittadino. Intanto i casaranesi attendono nuove soluzioni a vecchi problemi 
 
A prescindere da chi, tra i due contendenti, dovesse spuntarla, il futuro primo cittadino si troverà ad affrontare alcuni problemi che rischiano di trascinare Casarano nell’anonimato. A contendersi la carica più alta di palazzo dei Domenicani saranno il candidato di centrodestra, Gianni Stefàno, e quello di centrosinistra, Attilio De Marco. Una poltrona ambita, ma anche tremendamente scomoda, viste le responsabilità che porta con sé. 
L’eredità che si troverà a gestire il futuro sindaco di Casarano è costituita da una situazione economico-finanziaria sull’orlo del dissesto, benché ancora non quantificabile, condita da un’emergenza sociale legata alla mancanza di lavoro e al conseguente aumento della microcriminalità. Bisognerà, innanzitutto, conoscere con precisione lo stato di salute delle casse comunali, per capire di quale margine di azione si dispone. In secondo luogo, si dovrà procedere -complice anche lo sforamento del patto di stabilità- all’imposizione dei necessari tagli delle spese e all’ottimizzazione delle risorse.  
Da risolvere anche la questione sicurezza, specialmente in riferimento alla zona industriale. L’escalation di furti che si verificò nel 2011, ai danni delle aziende della zona industriale, fece scattare, come mai era avvenuto prima, un vero e proprio allarme sociale. Nel mese di novembre 2001, ad essere svuotato fu il magazzino della Recal Srl, azienda di vendita all’ingrosso di calzature, con ben 5mila paia di scarpe trafugate. Nel maggio precedente, ad essere presa di mira fu la concessionaria Nissan, dalla quale vennero rubati 15mila euro, un’auto e una moto. Nel febbraio 2011 furono addirittura quattro i colpi messi a segno nel giro di tre settimane.  Il primo, in ordine di tempo, fu ai danni della Til Caff, con un bottino di 3.500 chili di caffè, snack, decine di migliaia di capsule Illy, alcune macchinette Illy e l’incasso di due giornate lavorative, per un totale di oltre 30mila euro. Poi fu la volta di Torsello infissi e, nei giorni successivi, di Marsano Pellami. In quest’ultimo caso, ignoti trafugarono un considerevole quantitativo di pellame giunto in azienda poche ore prima. Non fu immune dalla “razzia” neppure la Filanto, dalla quale vennero trafugate 6mila paia di scarpe, per un valore di 120mila euro.