Il nuovo lavoro discografico Funzione preparatrice di un regno segna il ritorno di Ninfa alla sua più pura e visionaria vena rock, nel segno della poesia
È uscito il secondo disco da solista della cantante e musicista salentina Ninfa Giannuzzi, Funzione preparatrice di un regno, pubblicato dall’Associazione Culturale “Amo Per Amo”. Dopo Tis Klei (Anima Mundi, 2007) arriva questo lavoro intenso e visionario, presentato in anteprima assoluta ai Cantieri Teatrali Koreja, in cui Ninfa Giannuzzi ritrova la sua originaria vocazione a uno stile rock poetico che le consente di porre in evidenza la naturale capacità evocativa della sua voce avvolgente.
La sua esperienza musicale nasce, infatti, nell’ambiente underground rock salentino dei primi anni Novanta. Cantante acida, violinista e autrice, è protagonista di una scena scura, tinta di venature grunge, con i Jeremy prima e gli N/d’Otages poi, con i quali nel 1999 vince il premio della critica alle selezioni di “Arezzo Wave”. Subito dopo parte l’avventura dei Kaus Meridionalis, con Egidio Marullo, Emanuele Licci e Antonio Castrignanò, che portano in scena la riproposta del canto tradizionale e l’esperienza di tutti i Sud del mondo.
Nel 2000 Ninfa entra a far parte della grande e straordinaria esperienza dell’Ensemble e dell’Orchestra della Notte della Taranta, con cui si esibisce in Italia e all’estero, toccando luoghi come la Cina, la Giordania, la Grecia, la Germania, gli Stati Uniti. E dopo più di un decennio passato sui palchi di tutto il mondo nel ruolo di interprete raffinata della musica tradizionale del Salento, a fianco dei più grandi autori della world music (Piero Milesi, Mauro Pagani, Stewart Copeland, Ludovico Einaudi, Ambrogio Sparagna, Noa, ecc.), Ninfa Giannuzzi compie ora con questo suo nuovo progetto, intimo e minimale, una potente virata nel rock d’autore.
Il panorama descritto nell’album Preparazione di un regno è un insieme di ambienti personali, di stanze emozionali che conservano e raccontano le profonde inquietudini quotidiane di un’esistenza spesa sempre sul filo del rasoio, in equilibrio sui sogni, sempre in bilico tra il bisogno di comunicare e la voglia di silenzio. Ogni ambiente-canzone disegna, infatti, un vortice di visioni grondanti emozioni. Nel disco si fa strada, incuneandosi fra le pieghe dell’anima, l’idea folle di regno nuovo e impossibile, di un utopico impero delle emozioni, miraggio tranquillizzante ed acido al tempo stesso, paradossale come ogni paesaggio onirico, come ogni espressione più intima che solo una voce così densa come la sua riesce a infondere in ogni frase ed in ogni linea melodica.
Nel disco emergono chiari alcuni momenti estatici di The Final Cut dei Pink Floyd e le atmosfere di The Joshua Tree degli U2. In talune scelte tecniche, stilistiche ed espressive sembra affiorare il tocco di Peter Gabriel o della new wave degli anni ’80. Presente pure il riferimento alle grandi voci di donne come Patty Smith, Chavela Vargas e P.J. Harvey, cariche di pathos e di carisma. Tutti i testi e le musiche portano la firma di Ninfa Giannuzzi e di Egidio Marullo, che ha curato anche gli arrangiamenti e la copertina, eccezion fatta per Miele d’api (testo liberamente tratto da Le Fleu di Émile Verhaeren) e Modi di vedere il mare (testo liberamente tratto dall’omonimo racconto di Luis Sepulveda, inserito in Incontro d’amore in un paese di guerra).
Registrato e mixato presso lo studio “Chora” di Valerio Daniele dal gennaio 2010 al marzo 2011, il disco ospita numerosi musicisti salentini: Valerio Daniele (chitarra), Emanuele Licci (chitarra e bouzuky), Giuseppe Spedicato (basso), Admir Shkurtaj (fisarmonica), Dario Margiotta (chitarra elettrica), Marco Della Gatta (pianoforte), Roberta Mazzotta (violino), Palmiro Durante (chitarra classica e guitalele), Giorgio Distante (tromba), Emanuele Coluccia (sax soprano).
Claudia Mangione