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Lettera all’assessore regionale Fiore (e p.c. al presidente Vendola) sulla situazione del reparto di Oncoematologia pediatrica del “Vito Fazzi”

Gentile assessore Fiore,
ti scrivo queste poche righe per illustrarti la situazione di grave disagio che vive il reparto di Oncologia pediatrica dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove i piccoli degenti ricoverati sono costretti ad aggiungere allo scompenso creato dalle malattie di cui soffrono il malessere determinato dalle carenze del reparto, pesantemente penalizzato in materia di organico.
Se infatti per quel reparto la dotazione di personale chiesta nella deliberazione (delibera n. 2.402 del 17 novembre 2008) dell’allora direttore generale della Asl di Lecce Guido Scoditti, era fissata in numero di sette unità mediche (un direttore di struttura medica complessa e sei medici), la realtà delle cose ci racconta invece di un’equipe sanitaria composta da un dirigente medico facente funzioni -il cui contratto, tuttavia, scade fra pochi mesi- e di soli due medici, cui se ne aggiunge un terzo con contratto a tempo determinato; un team costretto a sforzi inenarrabili per assicurare ai pazienti le attenzioni di cui necessitano.
Ogni anno nel Salento si ammalano circa 50 bambini e adolescenti di età compresa tra 0 e 18 anni. Dal 2006 ad oggi, l’’unità operativa di Oncoematologia ha subito un notevole incremento diventando un punto di riferimento fondamentale e inevitabile per le province di Lecce, Brindisi e Taranto per la diagnosi e la cura dei bambini affetti da oncoemopatie. I pazienti, peraltro, giungono non solo dal territorio jonico-salentino ma anche dal resto della Puglia e alcuni addirittura dalla vicina Albania, grazie ad un progetto di cooperazione finanziato dalla nostra Regione.
 Alla luce di ciò, è dunque evidente la situazione di grave, gravissima disfunzione che si trova a vivere un reparto peraltro deputato alla cura di malattie così gravi e di pazienti così delicati, per i quali essere sotto-assistiti rappresenta senza dubbio un’ulteriore ingiustizia da subire che si aggiunge appunto alla malattia. Senza considerare lo strazio dei genitori dei bambini, già provati da una situazione così difficile e dunque bisognosi di una struttura che allevi, non che aggravi, le loro preoccupazioni. 
La situazione sarebbe peraltro davvero insostenibile se il reparto non facesse affidamento sugli sforzi dell’associazione “Per un sorriso in più”, che raggruppa i genitori dei piccoli e che provvede anche con forme di autofinanziamento alle necessità dello stesso. Basti pensare che, per ovviare in qualche modo alla cronica situazione emergenziale, l’associazione ha deciso di donare la somma di danaro per dar modo alla Asl di contrattualizzare temporaneamente due unità mediche e di acquistare, sempre con propri fondi, un’apparecchiatura per aiutare i piccoli ospiti del reparto di Oncoematologia pediatrica. Ma, francamente, non spetta all’Associazione sopportare costi e oneri di una struttura pubblica, e credo che tu, su questo, sarai d’accordo con me. 
Ti chiedo quindi, a nome dei cittadini leccesi e salentini, di intervenire tempestivamente affinché questa situazione di disagio possa essere superata o quantomeno contenuta, attraverso la copertura di tutti i posti in pianta organica, dando così piena esecutività alla deliberazione del 17 novembre 2008 del direttore generale della Asl di Lecce, a cominciare dall’indizione del concorso per primario.   
Cordiali saluti. 
 
Paolo Perrone 
Sindaco di Lecce