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D’Autilia: “Per Rotundo e Pankiewicz la Poli è un’intoccabile”. Ed è lite

Valzer d’offese tra maggioranza e opposizione comunale, fra dediche sarcastiche e citazioni “manzoniane” 
 
Toni incandescenti a Palazzo Carafa e battibecchi fuori dalle righe tra maggioranza e opposizione. Il filobus, ancora, al centro dei diverbi a mezzo stampa. “Lo strano caso di Rotundo e Pankiewicz”: è così che Damiano D’Autilia (nella foto) apre le danze, criticando l’inaspettato silenzio dei due esponenti della minoranza, rispetto alle dichiarazioni di Adriana Poli Bortone sul filobus (“Un’opera pubblica giusta e positiva per la città”, aveva detto qualche giorno fa la senatrice). Per questo motivo il consigliere comunale de La Puglia Prima di Tutto dedica loro la canzone dal titolo Ho perso le parole di Ligabue. “Che Adriana Poli Bortone, unica artefice dell’opera pubblica -afferma D’Autilia, continui a sostenere una scelta che porta la firma della sua amministrazione mi sembra coerente. A stupirmi, però, è il silenzio tombale dei ‘magnifici due’, sempre indaffarati a minare il governo guidato da Paolo Perrone. Singolare che concentrino le loro ire solo verso il sindaco Perrone”. 
Di tutta risposta, il leader del centrosinistra leccese Antonio Rotundo: “Gli insulti di D’Autilia, che dovrebbe solo arrossire per sedere sulla poltrona di Alba Service dopo aver cambiato casacca, non meritano alcun commento. Ci auguriamo soltanto che prenda la parola in Consiglio comunale e non scaldi i banchi come ha fatto in questi anni”. A dare man forte al capo dell’opposizione di Lecce (il quale chiede al sindaco di Lecce che siano riattivati i cinque minibus elettrici, “da mesi spariti dalla circolazione”) è Wojtek Pankiewicz: “Ringrazio per la dedica della canzone. Purtroppo per lui, si addice solo a Paolo Perrone nel periodo in cui era vice sindaco e assessore della Giunta Poli Bortone. Egli, infatti, non ebbe mai il coraggio di dissentire su nulla, anzi. Ecco perché Perrone è co-artefice del filobus e co-artefice del dissesto finanziario. La metafora della ‘Monaca di Monza’, invece, si addice proprio a lui, che ha tradito l’Udc per trasmigrare nelle braccia di Perrone per la poltrona di Alba Service”, conclude il consigliere del Centro Moderato – Partito della Nazione. La chiosa è di D’Autilia il quale, dopo la ‘Monaca di Monza’, associa Rotundo ad un altro personaggio manzoniano, Donna Prassede, ma si scusa, perché “con i sentimenti non si gioca”, e la Poli non doveva essere nominata “invano”. 
 
(B.P.)