Esiste un timore fondato che la penetrazione di radon negli edifici del Salento sia superiore alla media nazionale, tanto da costituire un serio pericolo per la salute. Adesso, però, la Provincia di Lecce vuole vederci chiaro e ha deciso di effettuare studi approfonditi. Intanto gli esperti avvertono: “È necessario monitorare costantemente gli ambienti e adottare precauzioni (ad esempio arieggiando spesso i locali) al fine di evitare esposizioni prolungate al gas radon”
Pericolo radon per il Salento? È concreto l’allarme che viene da alcuni studi commissionati dalla Provincia di Lecce e che, dopo ulteriori indagini, potrebbero dimostrare la presenza nociva del pericoloso elemento in alcuni edifici sensibili, come le scuole.
Il radon è un gas inerte e radioattivo di origine naturale. È inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai sensi. Se inalato, è considerato molto pericoloso per la salute umana poiché le particelle alfa possono danneggiare il Dna delle cellule e causare cancro al polmone. È un gas presente in tutta la crosta terrestre e si accumula nel terreno e nelle rocce, in quantità variabile. Quindi anche gli ambienti domestici sono a rischio: il suolo e i materiali edili che derivano da rocce vulcaniche, sono la principale sorgente del radon che arriva in casa. Nel Salento il rischio radon è stato preso molto sul serio tanto che già alla fine del 2002 lo Spesal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro aveva collaborato con la Facoltà di Fisica dell’Università del Salento con un monitoraggio del radon in 10 siti, rilevando in tutti i casi una concentrazione media di radon superiore a quella nazionale. La successiva campagna di rilevazione ha interessato 420 istituti scolastici del Salento e gli strumenti di rilevazione hanno misurato la presenza di gas radon nei piani interrati delle scuole.
L’Ispesl ha fornito i primi dati elaborati alla fine del 2008 e il 26 febbraio 2009 ha trasmesso tutti i risultati del monitoraggio. Già a settembre il rapporto sulla situazione negli istituti della provincia, ancora incompleto, aveva creato non poche preoccupazioni. Una recente riunione con i responsabili della Asl e dell’Arpa ha quindi deliberato di allargare a tutte le scuole le ricerche sulla presenza del gas inerte a causa del maggiore rischio del territorio salentino dovuto alla permeabilità del sottosuolo. Dalle prime informazioni sarebbero Casarano e Surbo le aree maggiormente a rischio. Sulla base dei risultati e dei dati emersi l’Ispesl ha suggerito alla Provincia di proseguire ed estendere il progetto su diverse linee di attività. L’Istituto nazionale per la prevenzione e la sicurezza ha proposto di includere nel monitoraggio le scuole assenti nella prima campagna; di verificare di nuovo, per un altro anno, le scuole dove la concentrazione si era attestata fra i 400 e i 500 Bq e di organizzare un convegno di informazione e sensibilizzazione dell’intera popolazione, non solo quella scolastica. Per coinvolgere soprattutto ingegneri, architetti, geometri e costruttori, in modo che già in fase di progetto e degli edifici, sia posta attenzione ai vespai e all’aereazione dei locali. Indicazioni accolte dalla Provincia che, risolti i problemi tecnici, si adopererà per la rilevazione del “killer silenzioso” e provvedere alla sua eliminazione.