Si sono intensificati negli ultimi tempi gli sbarchi dei clandestini sulle coste del Salento, facile approdo per i trafficanti di uomini provenienti dal Medioriente
Qualche giorno fa sono arrivati in 29. Il Salento ritorna ad essere meta per i trafficanti di disperazione, uomini senza scrupoli che speculano sulla vita di chi è in cerca di un futuro migliore. Una vera emergenza, nel cuore dell’estate, sulle coste salentine, che ha portato all’ennesimo sbarco di clandestini nella notte a Punta Meliso: 29 i profughi rinvenuti all’alba dai militari della Compagnia di Gallipoli, della Tenenza di Leuca e del Reparto operativo aeronavale di Bari. Le loro nazionalità sono risultate essere iraniane e afghane. Tra i clandestini si trovavano una donna e sette adolescenti, tra i sedici e i diciassette anni. Nella tenenza di Leuca i finanzieri si sono subito attivati per rifocillare tutti, poi con un pullman hanno trasferito i profughi nella Questura di Lecce per le procedure di identificazione. In serata il gruppo è stato accompagnato nei centri di accoglienza di Brindisi e Bari mentre alcuni minori giunti in Italia separati dal proprio nucleo familiare sono stati accolti in una comunità di Ugento.
Uno sbarco avvenuto a distanza di poche ore dal ritrovamento a Otranto di altri 50 clandestini arrivati a bordo di una barca a vela: a insospettire i finanzieri è stata la linea di galleggiamento che risultava troppo bassa per una imbarcazione di quel tipo. E infatti dai controlli effettuati dai militari sono saltati fuori decine di donne uomini e bambini stipati come sardine. Anche dall’altra parte della costa le cose non vanno meglio: dall’inizio dell’anno ammontano a sei gli sbarchi di clandestini a Porto Selvaggio sullo Ionio. L’ultimo una decina di giorni fa: 43 tra iracheni, pakistani, afgani, nepalesi. I primi 11 sono stati rintracciati dagli agenti del Commissariato di Nardò mentre a piedi percorrevano il tratto di costa tra Porto Selvaggio e la località “Posto di blocco”, mentre gli altri 32 avevano già raggiunto il parco regionale che si estende a ridosso della marina. Sono stati ritrovati in buone condizioni di salute, stanchi sicuramente per il lungo viaggio. Erano presenti 4 donne, 10 minori dagli 8 mesi ad alcuni ragazzi di 17 anni.
Dopo gli accordi del governo italiano con la Libia e la apparente chiusura di quel punto d’accesso che permetteva un facile arrivo sulle coste italiane, i trafficanti hanno deciso di puntare su altre rotte. Ciononostante i problemi potrebbero essere solo rimandati: gli stessi patti siglati con la Libia potrebbero riservare delle sorprese. Il negoziato per un accordo quadro in corso tra Libia e Unione Europea sta incontrando ostacoli per il finanziamento delle apparecchiature che Gheddafi intende installare lungo i confini meridionali del suo Paese. A oggi, l’Unione non intende coprire l’intero costo. Alle difficoltà nelle trattative si aggiungono i dissapori seguiti a una risoluzione approvata il 17 giugno, con cui il Parlamento europeo esprimeva preoccupazione e forti critiche verso i trattamenti dei migranti da parte della Libia. Dalla fine del 2008 sono ormai decine gli approdi sulle coste del sud Salento, in particolare nella fascia compresa tra Salve e Tricase, segno che le rotte per i traffici clandestini stanno tornando ad avere come meta la Provincia di Lecce e non più la Sicilia. Quello che porta dal vicino Oriente al Salento è sicuramente uno dei tragitti più facili da utilizzare, soprattutto dai trafficanti mediorientali che intercettano i flussi di profughi provenienti dai due recenti teatri di guerra aperti in Asia, l’Iraq e l’Afghanistan.