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La diffusione del bike sharing nel resto d’Italia

Diversi i servizi utilizzati in Italia e fra questi i principali sono “Bicincittà” (quello scelto dal capoluogo salentino), “C’entro in bici” e “Bybike”. Quasi tutti sono diffusi nel nord Italia

 

Bike sharing indica un servizio pubblico di mobilità sostenibile messo a disposizione dei cittadini dalle amministrazioni comunali con lo scopo di ridurre le annose questioni “traffico” ed “inquinamento ambientale”. Ma non solo, perchè il bike sharing rappresenta anche un ottimo modo per mantenersi in forma, magari risparmiando anche sul costo del carburante, oltre che sulle spese di manutenzione dell’automobile. I comuni nei quali il servizio è attivo mettono a disposizione, in appositi punti parcheggio dislocati in tutta la città, biciclette di proprietà comunale che possono essere utilizzate per tutto il giorno o per un numero limitato di ore. La sottoscrizione di un abbonamento mensile dà diritto ad una chiavetta non duplicabile o ad una tessera magnetica per accedere al servizio.
Sono diversi i progetti di bike sharing utilizzati in Italia. E fra questi i principali sono “Bicincittà” (quello scelto dal capoluogo salentino), “C’entro in bici” e “Bybike”, quasi tutti maggiormente diffusi al Nord piuttosto che a Sud del Paese. Tra le città che hanno optato per il servizio figurano moltissimi capoluoghi di provincia, come Milano e Reggio Emilia, le due città italiane firmatarie della “Carta di Bruxelles” che impegna 27 comuni d’Europa a sollecitare Commissione e Parlamento europeo ad attivare politiche adeguate per portare nei Paesi dell’Unione Europea l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto abituale dall’attuale 5% al 15% entro il 2020 e ad assumere direttamente iniziative locali finalizzate a far aumentare al 15% il modal share (ripartizione modale) della bicicletta, riducendo nel contempo del 50%, entro lo stesso termine, gli incidenti mortali che colpiscono i ciclisti migliorando la sicurezza delle strade.
“Le città firmataria -recita la Carta di Bruxelles- chiedono alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo di istituire la figura del Responsabile Europeo della Mobilità ciclistica nell’amministrazione della Commissione Europea; di creare un gruppo inter-parlamentare sulla Mobilità in bicicletta nel Parlamento Europeo e di finanziare in maniera adeguata appositi Programmi europei finalizzati a sostenere quelle città e quelle Ong che promuovono gli spostamenti in bicicletta in Europa”. Inoltre, i firmatari della Carta chiedono alle autorità di tutto il mondo di promuovere in modo deciso la mobilità ciclistica e di incorporare tale forma di mobilità sostenibile in tutte le aree delle politiche sociali, dalla sanità all’economia, dallo sport al turismo.