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Strisce blu (ancora) di rabbia

Continuano le proteste di cittadini, associazioni e movimenti politici dopo l’entrata in vigore del servizio di sosta a pagamento. Ora è la volta del Tribunale per i Diritti del Malato

Dopo il movimento politico Forza Nuova, ora a gettare nuova carne sul fuoco delle polemiche scatenate su più fronti dopo l’entrata in vigore in città del servizio dei parcheggi a pagamento, interviene la sezione cittadina del Tribunale per i Diritti del Malato.
La referente del Tdm Anna Maria De Filippi nei giorni scorsi ha inviato una missiva al sindaco Ivan De Masi (e per conoscenza la lettera è stata “girata” anche all’assessore all’Urbanistica Attilio De Marco ed alla delegata alle Politiche sociali Giulia Tenuzzo) per segnalare le “numerose segnalazioni di protesta da parte di ammalati e di cittadini che si rivolgono all’ospedale casaranese per cure sanitarie e che sono vittime di multe per aver parcheggiato nelle strisce blu davanti al nosocomio e negli spazi adiacenti”. “Poiché gli ospedali non sono luoghi di villeggiatura ma sono luoghi di cura che fanno già pagare la tassa sulla salute -ribadisce Anna Maria De Filippi nella lettera fatta pervenire a palazzo dei Domenicani- riteniamo che non può essere prassi di un paese civile, ancorché sottoposto a restrizioni economiche, far pagare un altro balzello che è quello del parcheggio a pagamento davanti ad un ospedale.  Lo stesso dicasi per la sosta davanti alle strutture  socio sanitarie del territorio (Distretto socio sanitario, Consultorio familiare, Cim, gli uffici per il servizio per le tossicodipendente), farmacie e studi dei medici di medicina generale in quanto preposte ad erogare servizi di cura”.
Per questo i rappresentanti cittadini del Tribunale per i diritti del malato chiedono un pronto intervento a Ivan De Masi, Attilio De Marco e Giulia Tenuzzo, perché dispongano “l’esonero dal pagamento del ticket in questione, anche in mancanza di un adeguato parcheggio del ‘Ferrari’ che è in fase di ristrutturazione da tempi storici, al fine di evitare che al danno, la malattia, si aggiunga anche la beffa, ma soprattutto per evitare conflittualità ed aggressioni nel rivendicare il diritto a curarsi, agevolando l’accessibilità ai servizi sanitari locali che spesso sono inadeguati, carenti ed eccessivamente burocratizzati”.

Daniele Greco