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In Italia “visitato” un computer su tre

Da una fonte ufficiale ed autorevole come il portale Anti-phishing Italia” si apprende come una recente ricerca dell’Internet Security Threat Report della Symantec, che mette insieme i dati di Europa, Medio Oriente ed Africa, abbia posizionato l’Italia al quarto posto per numero di attività malevole registrato, al quinto tra i paesi da cui hanno origine gli attacchi informatici ed al terzo posto per numero di computer “bot infected”, ovvero terra di conquista per cyber criminali ed affini ed usata quindi come ponte per lanciare attacchi via rete di vario tipo. Insomma, pare che ci sia del marcio nei computer dell’italica Penisola, al punto che uno su tre viene controllato da visitatori indesiderati all’insaputa dei legittimi proprietari.
Nel 2008, il 78% delle minacce indirizzate al furto d’informazioni riservate si è concretizzato nella sottrazione di dati relativi agli utenti, e 76 tentativi di phishing su 100 hanno preso di mira società operanti nel settore dei servizi finanziari. In Italia l’ultima rilevante truffa in ordine di tempo porta la data del 6 ottobre scorso, quando in tre, un imperiese e due emiliani, avrebbero movimentato illecitamente (il condizionale è d’obbligo in quanto sono ancora in corso le indagini della Polizia Postale di Imperia) danaro per circa 100mila euro. I tre avrebbero ospitato sui propri conti correnti il denaro sottratto per poi girarlo ai responsabili delle organizzazioni criminali autrici del furto. “Tradizionale” il sistema adottato. La banda recapitava migliaia di mail ingannevoli ad ignari utenti della rete, con cui si chiedeva dietro il miraggio di un premio o la minaccia di chiudere il conto, di inserire i codici di accesso allo stesso. Una volta ottenuti i dati sensibili, si poteva agire indisturbati, arrivando a prelevare in unica soluzione da un conto corrente postale intestato ad una donna addirittura 18.000 euro.

 

Daniele Greco