L’Arpa attesta a Lecce valori di inquinamento dell’aria sotto controllo. Ma c’è da fidarsi?
“I dati sinora ricevuti manifestano una buona qualità dell’aria in città a conferma che gli interventi effettuati stanno dando buoni risultati”. La dichiarazione è dell’assessore alle Politiche ambientali Giovanni Garrisi e segue un comunicato con il quale si informa dell’avvenuta riconfigurazione territoriale delle centraline di monitoraggio dell’aria site sul territorio comunale. “La qualità dell’aria è buona” significa dire che a Lecce i valori di PM10, ossia le polveri sottili prodotte in massima parte dai gas di scarico delle auto (ma non solo) rientrano nella soglia fissata dall’Ue (50 µg/m³ come valore massimo giornaliero) entro la quale i danni alla salute umana restano minimi. Lo afferma Garrisi e lo confermano i dati rinvenuti dai controlli dell’Arpa, effettuati proprio tramite le centraline.
Ma ci si permetta il ragionevole dubbio di mettere alla prova tale affermazione, andando a fondo sulla questione. E questo non sulla base delle più che maliziose voci che lamentano una politica di chiusura al traffico “ad hoc” delle zone, guarda il caso, dove sono collocate le centraline (falsificando così in positivo i dati rilevati). E neanche sulla base dei nuovi filoni di ricerca scientifica, che accanto alle sorelle maggiori PM10 attestano la presenza delle più subdole -e probabilmente molto più pericolose- polveri fini (classificate come PM2,5) e nanopolveri (PM1 e PM0,1). Il dubbio è sacrosanto per il semplice motivo che a Lecce si continua ad ammalarsi di cancro più che in altre parti d’Italia e per il fatto che quando si parla di salute pubblica non ci si può permettere di ragionare per approssimazioni.
Sollecitato sulla motivazione della riconfigurazione delle centraline, Garrisi preferisce da subito sgombrare il campo da possibili insinuazioni: “Tale riconfigurazione era prevista nella convenzione sottoscritta dal Comune con l’Arpa nel 2008 e fa riferimento a questioni tecniche che non sto qui a spiegare. Di certo -continua l’assessore- essa non ha l’obiettivo di falsificare in qualche modo la veridicità delle rilevazioni, come qualcuno ha insinuato”. Tolta la centralina in via Garigliano, rimasta lì dov’era, le altre 3 sono state tutte spostate: la centralina di piazzetta De Santis è stata ubicata in via Romagna, quella posta in viale Grassi è stata spostata in via Vecchia S. Pietro in Lama e quella posta in via Pitagora è stata collocata in piazza Libertini.
“Come si può constatare, lo spostamento della centralina di piazzetta De Santis è stato compensato con l’avvicinamento di quella di via Pitagora in piazza Libertini, zona fortemente trafficata”, aggiunge Garrisi. Anche per quanto riguarda le chiusure al traffico organizzate appositamente, l’assessore ricusa le critiche: “La chiusura al traffico e le domeniche senza auto sono iniziative che non mi competono direttamente. Comunque, in nessun modo questa scelta è stata operata per eludere i controlli di rilevazione. Ad esempio la chiusura della via accanto a piazzetta De Santis credo sia dipesa dalle proteste dei genitori della scuola Cesare Battisti e certo non per falsificare i dati. A dimostrazione di ciò il fatto che ora che la centralina è stata spostata (ripeto, in una zona comunque molto più trafficata) il provvedimento di chiusura rimarrà lo stesso”.
Garrisi conclude con un accenno alle polveri fini: “Sappiamo bene della problematica relativa al PM2,5. Anzi, uno dei motivi della riconfigurazione fatta dall’Arpa è stato proprio quello di tarare l’apparecchio di rilevazione per il controllo di questo tipo di particolato”. Una rassicurazione che tuttavia non dissolve del tutto i ragionevoli dubbi.
Giorgio De Matteis