Cantieri eterni, commercio in caduta libera, difficolta di circolazione, erbacce sui bordi delle strade e sui principali monumenti: Nardò, ed in particolar modo il suo centro storico, sembrano ormai sull’orlo del collasso. La situazione è estremamente grave, ma nessuno, a causa della crisi politico-amministrativa che da mesi interessa la città, sembra in grado di prendere in mano la situazione.
I problemi, per molti versi, son sempre gli stessi, ma è proprio il loro perdurare che li rende inaccettabili. Gli eterni lavori di ribasolatura, spesso privi di un’organizzazione efficiente, rendono di fatto impraticabili numerose vie e piazze della città vecchia (compresa la splendida piazza Salandra ed il corso Vittorio Emanuele). I danni per commercianti ed operatori economici sono ingenti (tanto che alcuni di essi hanno deciso di adire alle vie legali o addirittura di abbandonare i loro esercizi), senza contare i disagi dei semplici cittadini. A ciò si aggiunge lo stato di degrado ed abbandono di altre zone del centro, infestate da erbacce.
Lo spaesamento è generalizzato, le proteste dei cittadini sembrano cadere nel vuoto. Nardò è abbandonata a se stessa e l’arrivo dell’autunno, in genere accompagnato da piogge copiose, non fa sperare in meglio: nessuno infatti dimentica come nel recente passato anche poche gocce d’acqua abbiano messo in ginocchio la città, allagando le strade e causando pericolosi cedimenti nella zona vecchia. La scorsa settimana il sindaco Antonio Vaglio ha ritirato le proprie dimissioni, eliminando alcuni elementi “scomodi” agli equilibri di Palazzo Personè e scongiurando il commissariamento. Il percorso è tutto in salita e la questione del centro storico rappresenta solo il primo passo, seppur fondamentale. La soluzione dei suoi numerosi e annosi problemi sarà l’unità di misura con la quale valutare il successo (o l’insuccesso) della “nuova” stagione politica del centrosinistra neretino.
Alessio Palumbo