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Crisi di Giunta: botta e risposta tra Pepe e De Prezzo

Ancora crisi all’interno dell’amministrazione galatinese. Antonio Pepe de La Puglia prima di tutto ha commentato la situazione politica della città: “Dall’amministrazione riceviamo solo chiacchiere, tanto fumo e niente arrosto. C’è una classe dirigente che, nel 2006, è stata chiamata a governare la nostra Città. Una classe dirigente che, però, ha miseramente fallito. Un sindaco che, ancor prima di tradire le attese di chi aveva riposto fiducia in lei, mentendo sapendo di mentire (ricordiamo i comizi della campagna elettorale 2006) aveva già pensato di tradire l’elettorato galatinese rinunciando al ruolo che ricopriva presso la Provincia, e che ora sta tentando in tutti i modi di passare, agli occhi dell’opinione pubblica, come la vittima sacrificale sull’altare di non si sa quale blasfemo disegno, ben sapendo, però, di pagare solo il prezzo della sua arroganza e della sua presunzione politica”.
Ninì De Prezzo, segretario del circolo Pd Galatina, si rivolge a Pepe sottolineando che per lui, la polemica sterile e fine a sé stessa viene prima degli interessi reali dei cittadini. “Assieme ad altri politici della città -afferma De Prezzo-, Pepe ha provocato lo scioglimento del Consiglio comunale, la fine della Giunta Antonica, il commissariamento del Comune”. Secondo De Prezzo l’importanza della decisione meritava un luogo più appropriato: il Consiglio Comunale, attraverso la libera discussione tra le parti, la mozione di sfiducia al sindaco. “Perché si è scelta un’altra procedura più facile e meno coraggiosa? Pepe scenda in piazza, illustri le ragioni agli elettori che nella primavera 2006 gli hanno assegnato il ruolo di opposizione. Esprima con chiarezza se l’alternativa alla giunta di Sandra Antonica verrà realizzata dagli autori di uno spettacolo indecoroso che ha fatto il giro del mondo: una vergogna per Galatina”.
Intanto tra le piazze della città, i politici esprimono con un comizio pubblico il proprio pensiero sulla scelta del sindaco Antonica e sul disfacimento del Consiglio comunale.

 

Paolo Antonio Franza